Sant'Anna, il nuovo direttore
"Vi darò un grande ospedale"

Marco Onofri, cardiologo, dal 23 dicembre nuovo direttore generale dell'azienda ospedaliera comasca: "Ascolterò con umiltà le esigenze dei cittadini, non imporrò le mie"

COMO - È in montagna per qualche giorno Marco Onofri, cardiologo, dal 23 dicembre nuovo direttore generale dell'azienda ospedaliera Sant'Anna al posto di Andrea Mentasti, che da gennaio sarà alla guida del San Paolo di Milano. Ma assicura: «Dal 3 gennaio sarò a Como, nel mio ufficio».
Dottor Onofri, due giorni fa subito dopo la nomina si è detto «entusiasta» per essere stato indicato a guidare il Sant'Anna. Adesso a freddo è rimasto l'entusiasmo?
Mi sono preso qualche giorno di vacanza, ma certo che sono ancora entusiasta di questa esperienza che mi appresto ad approntare.
Lei è un cardiologo ed è abituato a fare il medico. È pronto, adesso, a fare soprattutto il manager?
Ho fatto il cardiologo operativo in sala emodinamica per tanti anni, poi ho lavorato in una struttura privata a Milano a lungo ed ho avuto una gestione quasi totale dell'attività anche dal punto di vista gestionale. Sono rientrato nel pubblico dove ho organizzato le cose piuttosto bene: l'emodinamica a Busto Arsizio ha risultati e numeri buoni. Lì ero anche direttore di dipartimento e quindi anche i criteri organizzativi sono diventati miei. Da 4-5 anni sono iscritto nell'elenco degli aspiranti direttori generali e ho continuato ad informarmi e a documentarmi. Sul fatto se sarò capace o no, se sarò di buon livello o di cattivo livello, sarò io a chiedere cosa ne pensano le persone che dovranno collaborare con me.
Conosce il suo predecessore, Andrea Mentasti, visto che è di Varese?
Sì. Io sono bolognese di nascita, ho studiato a Bologna, Varese per me è un punto di riferimento non così stretto. Conosco il dottor Mentasti, ma non abbiamo una frequentazione.
Mentasti era un manager puro, lei un medico.Che differenza ci si deve aspettare?
È una domanda a cui faccio un po'fatica a rispondere. In termini teorici diciamo che dal mio punto di vista avendo avuto esperienza sanitaria, l'aspetto sanitario sarà quello che conosco meglio. Il direttore generale ha di fianco un direttore sanitario e un direttore amministrativo: Mentasti poteva controllare l'amministrativo e affidarsi a quello sanitario. Per me è l'esatto opposto: controllerò meglio la parte sanitaria e mi affiderò di più a quella amministrativa.
È alla sua prima esperienza da direttore generale. È una sfida?
Certo, non sono più un ragazzino, ma è come se lo fossi tornato.
Non ha mai visto il nuovo ospedale, ma che opinione si è fatto?
L'ho seguito con interesse pur non avendo né la percezione né la speranza di poter arrivare a dirigerlo. Ne ho studiato la geometria, ho letto le problematiche che sono state presentate sui giornali. E poi la questione interessantissima dei livelli di intensività e di assistenza che la Regione ha proposto a tutti i nuovi ospedali. È un'opportunità che credo vada saggiata con attenzione e intellienza per evitare di avere sbavature. All'inizio ci possono essere dei problemi, ma in futuro credo che possa essere addirittura un esempio. Un'occasione per rendere Como grande, nel senso di avere un ruolo di capofila.
Se non pensava di arrivare a Como, perché si è documentato?
L'ho fatto anche con il nuovo ospedale di Legnano. Per curiosità. Lavorare in emodinamica insegna a capire che è inutile pensare di essere i migliori. Bisogna essere umili, imparare a vedere cosa fanno gli altri per capire il meglio e il peggio.
Una promessa ai comaschi...
Ascoltare la città ed essere attento alle esigenze senza imporre le mie.
Quando entrerà in servizio?
Dal 3 gennaio sarò in ufficio.
Gisella Roncoroni

© RIPRODUZIONE RISERVATA