Fino: riapre la villa
in cui si sposò Garibaldi

Fino: la cappella dove si celebrarono le sfortunate nozze dell'eroe sarà accessibile al pubblico. Grazie a un accordo raggiunto fra il comune di Fino Mornasco e la proprietà, chiunque potrà visitare i luoghi in cui sono state scritte alcune curiose pagine della storia risorgimentale italiana

FINO MORNASCO «Signora voi siete una ....». Sembra che sia stata questa l'esclamazione che rivolse Giuseppe Garibaldi alla nobildonna Giuseppina Raimondi, poche ore dopo averla sposata. Il matrimonio finì, quando l'eroe dei due mondi scoprì che la giovane, appena 18 anni, aspettava un figlio da un altro uomo. Era il 24 maggio 1860, in pieno Risorgimento. La cappella di Villa Raimondi, dove si celebrarono le nozze, viene aperta al pubblico. Grazie a un accordo raggiunto fra il comune di Fino Mornasco e la proprietà «Villa Raimondi srl», che ne ha curato il recupero, trasformandola in un residence con trenta unità immobiliari, chiunque potrà visitare i luoghi in cui sono state scritte alcune curiose pagine della storia risorgimentale italiana. Le visite si effettueranno l'ultima domenica di ogni mese, escluso agosto e dicembre, dalle 9 alle 17, previo prenotazione presso gli uffici comunali. Due volte l'anno, in primavera e in autunno, invece, sarà possibile visitare anche l'intero parco di 50mila metri che circonda la villa. Il prossimo 17 marzo, quando verrà festeggiato il centocinquantesimo dell'unità d'Italia, ci sarà un'apertura straordinaria in concomitanza di quella delle ville del Fai.
Giuseppe Napoli, il sindaco, reputa una grande possibilità quella di poter visitare la cappella, anche in relazione a un'attività didattica: «Per noi rappresenta una delle pagine di storia più importanti del Risorgimento – commenta – Visitarla costituisce la possibilità di mantenere il ricordo vivo dell'importanza che ha avuto questo posto per il destino dell'Italia. L'obiettivo è di coinvolgere le scolaresche, per non lasciare la sensazione che gli avvenimenti storici siano solo sui libri, ma spiegare che, in realtà, la storia è fatta anche di luoghi».
Prima dei Raimondi, la Villa fu di proprietà della famiglia comasca Odescalchi, in particolare vi visse lunghi periodi Benedetto Odescalchi che diventò Papa nel 1676 con il nome di Benedetto XI. Gli ultimi possessori, invece, furono i conti Tagliaferri, dopodiché si avviarono i lavori di recupero. In una prima fase, vennero sistemate quelle che erano state le case della servitù e le stalle, ora condominio Tagliaferri, su via Vittorio Veneto. Dal 2003, invece, è partito il recupero, con divisione in appartamenti, della villa vera e propria, del castelletto, la ghiacciaia o «nevera», la torretta e la guesthouse. Oltre alla cappellina, nel parco c'è anche il tempietto dell'amore, una costruzione cilindrica di tre piani con finestre su ogni lato, alla cui base sta sorgendo un altro appartamento, e poi ci sono un campo da tennis e la piscina privata.
Purtroppo nella cappella, che necessita ancora di qualche ultimo ritocco, sono state installate delle riproduzioni delle pale che la ornavano. Gli originali, infatti, sono stati vendute anni fa, e il loro riacquisto, oggi, avrebbe costi proibitivi. Si parla di una cifra fra i 500mila euro e il milione.

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