Due chilometri di grotte
scoperti sotto il San Primo

L'eccezionale scoperta degli speleologi di Erba: se i cunicoli dovessero essere in comunicazione con quelli scoperti sul Pian del Tivano, ci si troverebbe di fronte a uno dei più grandi complessi di grotte d'Europa

LEZZENO Una scoperta eccezionale, pochi metri sotto la cima del monte San Primo. Gli esploratori dello Speleo Club C.A.I. Erba hanno individuato un labirinto di grotte molto vasto, sicuramente tra i più grandi d'Italia: lo sviluppo attuale della grotta è di 1800 metri, per 300 metri di dislivello in profondità. Ma se come ipotizza il presidente dello Speleo Club Emanuele Citterio, queste grotte dovessero congiungersi con quelle scoperte nel 2003 a Pian del Tivano, ci troveremmo di fronte a uno dei sistemi geologici più vasti d'Europa. L'abisso è stato battezzato "Terzo mondo": è venuto alla luce un mese fa grazie a un'intuizione di Pierluigi Gandola, che ha poi preso parte alle prime esplorazioni in compagnia del presidente dello Speleo Club Emanuele Citterio, Pamela Romano, Carlo Civillini, Damiano Montrasio, Pedro Pereira, Marzio Merazzi e Giuliano Tarelli.
L'ingresso si apre sul monte San Primo a 1.600 metri di altitudine. La strettoia iniziale apre a due gallerie più larghe percorribili tranquillamente con zaino in spalla: una è rivolta ad est, l'altra a ovest. Quest'ultima, dopo un centinaio di metri, dà accesso a una serie di pozzi sempre più profondi e larghi, intervallati da saltini e passaggi. "Mi rendo conto che è difficile da capire, così come da spiegare - dice Citterio - spesso nel nostro campo la bellezza delle immagini trasmette più di molte parole».
Dall'ultimo pozzo, continua il presidente dello Speleo Club, partono due gallerie: una risale verso est, l'altra conduce al salone "Susan Boyler": «Si tratta del più grande ambiente ipogeo che sia mai stato esplorato nei dintorni, senza dubbio uno dei più vasti d'Italia. I tre lati misurano 80, 50 e 40 metri». Ma le grotte saranno mai aperte al pubblico, come il Buco del Piombo? «Difficile dirlo. Al momento è impossibile, sono visitabili solo da esploratori con un po' di esperienza alle spalle. In futuro, quando avremo mappato l'intera struttura, perché no».
(foto di Emanuele Citterio)

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