Cantù, festa senza sindaco
Contestazione: "Vergogna"

Le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia caratterizzate dalle polemiche contro il sindaco che ha disertato la manifestazione in piazza Garibaldi ed è arrivata tardi al concerto, organizzato dalla banda La Cattolica e voluto dal Comune, al teatro di San Teodoro

CANTU' Non s'erano nemmeno ancora spenti, gli applausi entusiasti per il coro collettivo partito sull'Inno di Mameli, che si sono trasformati in fischi e urla. «Vergogna, vergogna» scandito forte e più volte dal pubblico che gremiva il teatro San Teodoro all'indirizzo del sindaco Tiziana Sala. Le polemiche che hanno caratterizzato la vigilia delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia in città, alla fine, sono esplose in una reazione plateale, l'unica in una mattinata caratterizzata da un clima di festa partecipata. Con piazza Garibaldi colorata, gremita e patriottica come non mai. O meglio, quasi l'unica. L'altra, pochi minuti prima, davanti alla lapide che ricorda la visita in città di Garibaldi nel 1866, e anche in quell'occasione le invettive si sono alzate nei confronti del sindaco leghista Sala, chiedendo provocatorie dove fosse, unica assente - lei e tutto il Carroccio - tra i numerosi amministratori che hanno presenziato alla posa di una corona d'alloro. La piazza non ha perdonato al primo cittadino la propria scelta di non essere con loro indossando la fascia tricolore come le era stato espressamente chiesto, in virtù del proprio ruolo istituzionale, dal Comitato 17 marzo. Ovvero il comitato spontaneo nato da associazioni culturali e sociali, dai sindaci del passato, da canturini e dal prevosto emerito don Lino Cerutti, con l'intento di organizzare un programma di celebrazioni degno di una simile ricorrenza e degno di una città come Cantù. Quello imbastito dal Comune non era ritenuto tale, visto che fino a poco più di una settimana fa si limitava al concerto fissato al teatro San Teodoro del corpo musicale La Cattolica. E peraltro la stessa banda ha rivendicato come questo, dal titolo Viva l'Italia, fosse stato proposto e organizzato in omaggio alla città dal corpo musicale stesso e non dal Comune.
Un'iniziativa messa in piedi in una manciata di giorni, la manifestazione di giovedì, ma che ha visto un'adesione decisamente trasversale. Non solo le associazioni e la cosiddetta società civile ma anche i partiti. Il centrosinistra tutto, Lavori in corso e il Pdl, che, benché alleato della Lega, ha chiarito fin da subito di pensarla in maniera differente sulla questione Unità d'Italia. Tutti presenti in piazza - assessori, consiglieri, la coordinatrice cittadina - e nel pomeriggio in via Matteotti con un gazebo per distribuire gadget tricolore. A poche decine di metri di distanza da quello organizzato invece dalla Lega, con il deputato Nicola Molteni, per parlare di post Unità in ottica federalista. Tutto verde, mentre di fianco sfilava il tricolore da 130 metri srotolato dal comitato. Proprio al vicesindaco pidiellino Massimo Cappelletti è andato il compito di rappresentare il Comune sul crinale perché il sindaco, dopo aver presenziato all'alzabandiera degli alpini, si è recata a Vighizzolo, per l'intitolazione di un piazzale a don Vittorino Busnelli. La tabella di marcia stesa dal Comune, distribuendo assessori e il primo cittadino a tutti gli appuntamenti previsti, la dava alle 12 al San Teodoro. Il teatro la attendeva tutto esaurito, con decine di persone in piedi o persino all'esterno, e nemmeno una poltrona vuota, tranne la sua. Il che, sui saluti finali, non è passato inosservato neppure al presidente della banda Paola Frigerio, ed è toccato ancora a Massimo Cappelletti smorzare gli animi invitando dal palco «a pensare ai presenti e non agli assenti». Poi, a chiudere il concerto diretto dal maestro Mario Gerosa - che s'è snodato tra arie risorgimentali e letture di carattere storico interpretate da Luigi Marelli della compagnia teatrale San Genesio - l'Inno di Mameli, cantato da tutto il pubblico. S'è voluto anche un bis, concedendosi la seconda strofa, ed è su questa, passate da poco le 12, che Tiziana Sala ha fatto il proprio ingresso. Scelta che ha pagato più cara dell'assenza.

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