"Vik" è tornato in Italia
Oggi a Roma l'autopsia

La salma del volontario brianzolo ucciso a Gaza arriverà a Bulciago forse domani per i funerali, che si terranno domenica pomeriggio. La mamma spiega perché la famiglia non ha voluto che il feretro passasse per Israele

Vittorio Arrigoni non avrebbe mai immaginato che la sua morte nel sangue fosse poi vendicata da altro sangue. Già, lui, pacifista convinto, era contrario a qualsiasi forma di violenza. E invece il blitz di Hamas che l'altro giorno ha sgominato la banda dei suoi assassini ha provocato un'altra scia di morti in un campo profughi non lontano da Gaza City. Dei tre salafiti ultraintegralisti additati da Hamas quali responsabili della morte di Vittorio Arrigoni, ne è rimasto vivo uno solo.
Ora, comunque, è il momento dell'addio in Italia. Il feretro di Arrigoni, dopo gli onori funebri solenni dalla Striscia e la camera ardente al Cairo, mercoledì sera è atterrato a Fiumicino. Oggi sulla salma verrà eseguita l'autopsia. L'accertamento medico-legale, che sarà affidato al professor Paolo Albarello dell'istituto di medicina legale de La Sapienza, è stato disposto dalla procura di Roma che sulla vicenda ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo aggravato dalla morte dell'ostaggio.
Ad accogliere il feretro all'aeroporto romano, sottobordo dell'Airbus A320 dell'Alitalia, era presente una delegazione del presidente palestinese Abu Mazen. La delegazione era composta, tra gli altri, dal ministro degli Affari religiosi Al Habbash, dallo Sheaika Khamis Abda dell'Istituzione religiosa musulmana e dal Reverendo Issa Elias Issa Musleh del Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme, unitamente all'ambasciatore della Palestina a Roma Sabri Ateyeh e al Portavoce della Comunità palestinese in Italia, Diabhaitali. Ne facevano parte anche l'ex vescovo cattolico di Gerusalemme, monsignor Hilarion Capucci e l'ambasciatore Nemer Ammad, consigliere politico del presidente Abu Mazen.
A Bulciago il feretro è atteso stasera o domani, in tempo per organizzare le esequie fissate per domenica, giorno di Pasqua, alle 16.30. E ieri è tornata a parlare la madre, Egidia Beretta. che di Bulciago anche sindaco. «Mio figlio torna come un bagaglio, senza alcun tipo di cerimoniale. È una cosa normale, a Roma a riceverlo ci sarà la sua compagna», ha detto la Beretta, che ha ribadito il perchè non ha voluto che la salma del figlio passasse da Israele: «Ripeto quello che ha detto suo papà: "Israele non ha mai voluto Vittorio da vivo, non lo vedrà mai passare da morto". È una questione di pura coerenza. Inoltre quando Vittorio voleva uscire dalla Striscia di Gaza, ci fu un portavoce dell'esercito israeliano che disse: "Dal mare è venuto, dal mare ritorni", ma non poteva mica andarsene a nuoto. Mio figlio non era amico dello Stato di Israele, ci mancherebbe, ma quando siamo di fronte a un oppresso e a un oppressore non c'è neanche da domandarsi verso chi va la propria scelta - ha continuato la madre di Arrigoni -. Mio figlio non odiava Israele, denunciava però l'assedio criminale di Gaza. Non è odiare uno Stato scrivere cosa faceva Israele alla popolazione, a un milione e mezzo di persone che vive allo stremo».

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