
La tragedia al Giro: Weylandt
muore come Casartelli
Dramma al Giro d'Italia: il belga, 26 anni, cade in discesa e perde la vita come il corridore comasco, deceduto nel 1995 al Tour. La mamma di Fabio: "Un nuovo dolore". Al seguito della corsa la Croce Rossa di Lipomo: "Siamo intervenuti immediatamente"
LA TRAGEDIA - Ancora un morto nel ciclismo. È ancora nitido il ricordo del comasco Fabio Casartelli deceduto il 18 luglio 1995 sulle strade del Tour mentre affrontava una discesa. Questa volta la tragedia si è consumata al Giro d'Italia in una bellissima giornata di sole, durante la terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo.
La tragedia del belga Wouter Weylandt - nel 2010, quasi esattamente un anno fa, il 10 maggio, vincitore nella terza tappa olandese del Giro - si è consumata a 25 chilometri dal traguardo nell'ultima parte della discesa del Passo del Bocco, il punto più alto della frazione, a 957 metri sul mare. Il belga faceva parte di un gruppetto di inseguitori e stava scendendo a velocità molto sostenuta. In una curva ha perso il controllo della bici andando a sbattere violentemente contro il guardrail. I medici del Giro hanno cercato inutilmente di rianimarlo.
DESTINO - Weylandt non doveva correre il Giro d'Italia Wouter Weylandt. A rivelarlo sono i media belgi, ricordando come il corridore sia stato chiamato all'ultimo momento in sostituzione di Daniele Bennati, il compagno di squadra che si era rotto la clavicola in una corsa in Svizzera.
FUTURO PAPA' - Il 26enne corridore belga della Leopard lascia la compagna in attesa di un bambino che nascerà a settembre. Una sorte analoga toccò al povero Fabio Casartelli, che al momento della sua morte durante il Tour lasciò la moglie ed il piccolo Marco di appena due mesi.
LA MAMMA DI FABIO - "Ogni volta che succedono questi episodi - ha ricordato Rosy Casartelli, la mamma di Fabio - ho un tuffo al cuore e non sto bene perché mi tornano alla mia mente quegli ultimi fatali attimi che ha vissuto mio figlio. Il rischio non calcolato è stato forse superiore al pericolo di una caduta. Del resto in questa disciplina e proprio in discesa si affrontano molti, tanti, forse troppi pericoli".
LA CROCE ROSSA DI LIPOMO AL SEGUITO DEL GIRO - Giornata di grande sconforto per i soccorritori del Cri di Lipomo al seguito del Giro d'Italia. Sono stati loro a prestare il primo soccorso allo sfortunato corridore belga.
"Sono molto addolorato per quanto accaduto al giovane Wouter Weylandt portacolori del team Leopard-Trek - ha detto Alessandro Mavilia, un volontario della Cri lipomese alla seconda esperienza come soccorritore della corsa rosa, che quest'anno si è prefisso di seguire il Giro dalla partenza di Venaria sino a Milano -. Siamo intervenuti prontamente sia io e i miei colleghi di equipaggio e due medici rianimatori che gli hanno praticato un massaggio cardiaco sul posto. Ma tutto è stato inutile perché il decesso è avvenuto per trauma cranico".
Riccardo Bianchi
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