Alessandro: ucciso a 6 anni
da una malattia terribile

Montano, nel racconto di papà Marco, sostenuto da una donna esile di struttura ma forte davvero, Enza, ripercorriamo quel che Alessandro ha lasciato. “Un bambino speciale, soffriva ma non si è mai lamentato, mai ha chiesto: " papà, quando guarisco" E' riuscito a sorridere fino a lunedì mattina

MONTANO LUCINO Queste parole escono soffrendo, con i polsi che tremano e un pugno nello stomaco che sarebbe capace di seccare l'inchiostro di ogni penna, ma la storia di Alessandro deve essere scritta anche se è triste, abissalmente triste.  Avrebbe compiuto 6 anni martedì prossimo (24 maggio) Alessandro Casartelli e una di quelle malattie che solo chiamarle per nome fanno disperare, tolgono il fiato e la speranza, lo ha portato via. Nel racconto di papà Marco, sostenuto da una donna esile di struttura ma forte davvero, Enza, ripercorriamo quel che Alessandro ha lasciato. “Un bambino speciale, soffriva ma non si è mai lamentato, mai ha chiesto: papà, quando guarisco' E' riuscito a sorridere fino a lunedì mattina, poi nella notte alle 1.15 si è spento, a casa, qui con noi.” Era il 25 ottobre del 2010, il giorno del compleanno di papà Marco, quando venne scoperta la malattia che ha reciso la vita di Alessandro: un glioma del tronco encefalico. Non si può operare. Si procede come il protocollo medico indica in questi casi, meno rari di quanto si pensi, anche se la statistica parla di 6 casi ogni centomila bambini tra zero e 10 anni. Alessandro viene curato all'Istituto per i Tumori di Milano. Insieme ai genitori inizia la terapia. Gli mettono un porter, una valvolina nella vena giugulare con cui iniettano la terapia. Alessandro fa quello che si deve fare. 30 cicli di radioterapia e poi la chemio. Per un pochino sta meglio, poi peggiora. Durante la malattia incontra anche il suo idolo: Alessandro Del Piero. Il calciatore lo abbraccia, chiede cosa può fare per Alessandro. In molti sarebbero stati disposti a dare, anche tanto, persino a girare il mondo numerose volte, ma non serviva.
“Abbiamo creduto fino all'ultimo, purtroppo bisogna accettare il destino, anche quando è atroce.” Marco è un papà che vuole che la storia di Alessandro sia testimonianza di ciò che accade al mondo, niente di più della realtà di una vita, speciale, anche se breve. E Marco un desiderio lo esprime: “Chi legge questo articolo si faccia l'idea che nel mondo ci sono gli ospedali oncologici con bimbi che soffrono e muoiono. E che l'unica cosa da fare è sostenere la ricerca perché questo dolore tocchi sempre meno bimbi. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a loro modo alla sofferenza di Alessandro.”
Da Alessandro e dai suoi genitori arriva anche una serenità sorprendente, sorretta da una forza incredibile: “Ai genitori che sono nelle mie condizioni dico che bisogna tenere duro per i bambini che hanno questa malattia. Vivere giorno dopo giorno senza far mancare loro la serenità.”
Non è certo facile. Ma dagli occhi azzurri e sereni di Daniele, fratello di Alessandro, poco più grande di lui traspare un messaggio senza parole: la vita va affrontata. Alessandro lo ha insegnato e il suo sguardo esce dalla fotografia ripetendolo in continuazione.
Oggi pomeriggio alle 15.45 nella chiesa di San Giorgio a Lucino saranno celebrati i funerali. Paola Mascolo

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