Lungolago in finta pietra
Un altro muro fa discutere

Mentre il cantiere delle paratie è ufficialmente fermo sono stati installati pannelli stile Gardaland nella zona di Sant'Agostino

COMO - Ci risiamo. Sul lungolago spuntano altri pannelli prefabbricati, in finta pietra. È trascorso poco più di un anno dalle polemiche sul manufatto «stile Gardaland» realizzato per sostenere la passeggiata nella zona verso i giardini, ed ecco che la stessa soluzione viene adottata a Sant'Agostino. La nuova barriera è ben visibile dall'inizio di viale Geno (si trova all'altezza del chiosco). Pannelli grigi che, nelle intenzioni degli ideatori, avrebbero dovuto ricreare lo stesso effetto di un muro in pietra. Ma il risultato è molto diverso, proprio come era accaduto all'estremo opposto della passeggiata. Dopo le buone notizie dei giorni scorsi, con la parziale riqualificazione della zona di Sant'Agostino (è stato ampliato lo spazio a disposizione dei pedoni), gli ultimi sviluppi del cantiere sul lungolago fanno dunque storcere ancora una volta il naso ai comaschi. Senza contare la rabbia per i lavori del secondo lotto fermi da mesi, in attesa del via libera alla perizia di variante.
I pannelli che ricordano un angolo di Gardaland, peraltro, non erano contemplati nel progetto originario (era previsto l'utilizzo della pietra di Moltrasio). Sono il frutto della variante voluta da Sacaim (l'azienda che ha vinto l'appalto per la realizzazione delle opere antiesondazione) nel 2006, un documento che parla esplicitamente di «pannelli prefabbricati rivestiti verso il lago con una finitura in pietra, studiata in modo da mascherare le fughe tra i pannelli stessi». E sul motivo di una simile scelta precisa: «Concorre a ridurre i tempi di esecuzione dell'opera». Una frase che suona come una beffa, visti i ritardi biblici fatti segnare finora dall'operazione paratie. Il progetto iniziale, firmato da Conti, Majone e Terragni, citava invece una «muratura in pietra eseguita in blocchi squadrati di Moltrasio dello spessore di 30 centimetri, con altezza costante e sviluppo a correre, sigillati con malta di cemento a vista». Non bisogna essere degli architetti per immaginare che l'effetto sarebbe stato decisamente migliore. E lo stesso sarebbe successo se, al posto della pietra di Moltrasio («impossibile da reperire» secondo un parere della Provincia emerso tempo fa), i tecnici avessero scelto un altro materiale di pregio. Adatto al lungolago di una città turistica e non a un parco divertimenti.
Michele Sada

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