Cantù e il basket: per gli Eagles
un solo malumore, il palasport

Una domenica all'insegna della solidarietà con la marcia benefica da Cucciago a piazza Garibaldi - I tifosi affiancati dai vertici della squadra di basket che ha saputo entusiasmare e far sognare - Prevale però un'ironia amara sul fermo cantiere del nuovo palazzetto in attesa del verdetto del Coni di mercoledì: "Pur di bloccarci cercheranno anche antichi reperti"

CANTU'  In attesa che mercoledì la Commissione impianti sportivi del Coni dia finalmente il via libera alla realizzazione del nuovo palazzetto, al momento i tifosi non vedono buono auspici all'orizzonte. Al massimo qualche inaspettato segnale di vita lo potrebbe dare la buca immobile dove un tempo svettava il Palababele: «So che è stata inviata una squadra di archeologi per verificare se ci sono reperti antichi lì sotto?» scherza il tifoso Massimo Molteni. La voglia di parlare dell'infinito iter burocratico, delle beghe della politica e dei ritardi che sembrano non finire mai, è proprio poca. Tanto più che domenica mattina il morale dei tifosi biancoblù era alto, visto che, nonostante una città svuotata dalla fuga verso il mare o almeno una giornata al lago, la loro «Camminare per sognare», sgambata di amicizia e solidarietà il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza all'associazione Clotilde Rango di Alzate Brianza, ha centrato l'obiettivo. Quasi duecento iscritti, che si sono radunati di buon'ora al bar Senso unico di via Spinada, a Cucciago, dietro il palazzetto, per poi dirigersi verso piazza Garibaldi. Sono arrivati i nomi noti della tifoseria, ma anche mamme e mogli, bimbi scarrozzati nel passeggino e persino cani con tanto di maglietta degli Eagles. «E' la prima volta che organizziamo questa camminata - dice Giorgio Meroni, con Ivanhoe Benigni uno dei motori dell'iniziativa - ma non sarà l'ultima».  Molto soddisfatti per la risposta ottenuta dai partecipanti, ai quali è stata consegnata una maglia ricordo, maglie donate da Bennet e Ngc, il che permetterà di devolvere interamente alla Clotilde Rango quanto raccolto. Associazione fondata nel 1976 da Livia Mandruzzato, presente ieri mattina e «molto grata per questa bella sorpresa», mamma di una bimba disabile alla quale ha intitolato la fondazione creata nel 1994, residenza sanitaria per disabili, con 30 posti, dove  vengono eseguiti programmi educativo-riabilitativi. Obiettivo, sostenere l'acquisto di un omogeneizzatore. Per questo, non si è tirata indietro nemmeno Anna Cremascoli, proprietaria della Pallacanestro Cantù, «per un'iniziativa del genere non c'è levataccia o fatica che tenga» ha sottolineato, e non è mancato il presidente Alessandro Corrado.
Anche loro, la società, nei giorni scorsi erano tornati a manifestare un certo disappunto per la situazione di stallo che caratterizza il procedere del cantiere per tirar su il nuovo palasport. Anzi, fermo più che rallentato, dato che la prima pietra che si sperava di posare in gennaio ancora non si vede all'orizzonte.
«Non sono riusciti a rimettere in sesto questa piazza - commentavano ieri mattina molti tifosi all'arrivo della camminata sul crinale - fatta e rifatta più volte. Come possono costruire un palazzetto?». E il sarcasmo sui tempi lunghi si spreca: s'è atteso vent'anni, cosa sarà mai fare 22 o 25? Anzi, i tifosi tutti - Eagles e non - da tempo sull'homepage del proprio sito tengono il conto: lo scandalo del Palababele: continua da 7.792 giorni.
A lasciare l'amaro in bocca, il fatto che quest'anno si sia disputato un campionato da incorniciare, con una finale persa a testa alta e l'agognato ritorno in Eurolega. «Ma finire a Desio - riconoscono anche i nomi storici del tifo - è uno scandalo. Verrà meno il fattore campo, visto che disputando le partite lì, di fatto, anche quando giocheremo in casa non saremo in casa». La speranza, insomma, è che si arrivi quanto prima a una soluzione. E nonostante le rassicurazioni di Luca Turra, della società che realizzerà il project financing, che ha garantito che i lavori verranno comunque completati per il campionato 2012-2013, per ora si vedono solo gli spettri che si aggirano là dove per un ventennio è rimasto quel monumento allo spreco. Il  Palababele.

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