"Annettiamo Varese e Sondrio"
Ma il Ticino non vuole Como

Da oltre confine l'idea di un maxi cantone, però il Lario rimarebbe escluso

COMO - Un po' ratti, per dirla con l'Udc, e un po' utili. Un po' impacciati e un po' seducenti, un po' ricchi e un po' squattrinati. Fatto sta che gli italiani, siano essi frontalieri oppure no, finiscono spesso e volentieri al centro delle cronache e del dibattito in Canton Ticino.
L'ultimo spunto in ordine di tempo lo offrono Giordano Macchi e Roberto Badaracco, consiglieri comunali di Lugano per il Partito liberal radicale, che avanzano la seguente ipotesi: commissionare alla facoltà di economia dell'università della Svizzera italiana uno studio «per valutare i pro e i contro di un'unione tra Cantone, Valtellina e provincia di Varese».
Quel che non si comprende è l'astio (solo apparente?) nei confronti dei comaschi, in altre parole le ragioni per le quali Valtellina e Varesotto sì, Lario e dintorni no. Eppure il progetto, o quantomeno l'idea, è di quelli che stuzzicano, così come a suo tempo stuzzicava l'idea della regione Insubrica, andata un po' smarrendosi nel tempo.

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