Luminarie, ecco perché non ci stiamo

A metà ottobre l'assessorato al commercio presenta ai commercianti il modulo di adesione al progetto luminarie natalizie con l'impegno di un contributo di €80+iva per negozio e la condizione che il progetto sia sostenuto almeno dal 70% delle attività. Qualche giorno fa l'assessorato ci invia una lettera dove in cordial maniera viene evidenziato il fatto che l'adesione non è stata nemmeno del 50%.
Forse chi di dovere dovrebbe domandarsi il perché di tale scontento. Se ci venisse imposto un contributo fisso annuale, volto a sviluppare attività di incremento turistico/commerciale, con il dovere per tutti di pagare tale "tassa", bene, sarei il primo a promuoverlo se portasse ad iniziative ben coordinate ed efficaci. Qui sta il problema: noi possiamo pagare, ma non vogliamo, e così manifestiamo il nostro scontento! Non ci aspettiamo che l'assessorato al commercio sfoderi dal cilindro iniziative avveniristiche, solo vorremmo un po' di coordinamento e di interessamento ai nostri problemi. Quindi vi dico che la città illuminata a festa per il Natale sarebbe un bel regalo, perché senza luce non si vede nemmeno il lago, ma questo a Como non è un problema: già ci sono le paratie.

Fabio Peloia
Como

Questo si chiama parlar chiaro e credo che, una volta tanto, non guasti. Anzi, mi spiace aver dovuto ridurre le sue argomentazioni, ma credo che il suo pensiero e ancor più il suo stato d'animo resistano intatti. Sono il pensiero e lo stato d'animo di un giovane imprenditore comasco che, al pari di tanti altri, porta avanti la sua attività in città murata con impegno e passione, che vorrebbe fare la sua parte, ma che resta di stucco davanti alla disorganizzazione e alla mediocrità di ogni iniziativa. Basterebbe che all'interno del palazzo qualcuno pulisse i vetri appannati, guardasse fuori e si rendesse conto delle cose che non vanno. Ma un Natale al buio è una bella messa in mora, e darà a tutti, cittadini e istituzioni, materia su cui riflettere.

Pier Angelo Marengo
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