Denise ha vinto la leucemia
In un film la sua storia erbese

Un documentario raccoglie le testimonianze di ragazzi che, come lei, hanno sconfitto il tumore

ERBA - Ha raccontato la sua normalità, Denise Corbetta, la ragazza di Inverigo che dopo il trapianto di midollo osseo darà quest'anno la maturità. Lo ha fatto nel film di Andrea Caccia "Mi piace quello alto con le stampelle" che raccoglie la storia di nove adolescenti che hanno vissuto l'esperienza della malattia.

La pellicola racconta la vita di giovani che, pur confrontandosi con il tumore, non smettono di essere ragazzi divisi tra studio, uscite con gli amici, allenamenti e chemioterapia. L'idea di far conoscere la normalità della malattia è nata dalla Fondazione Magica Cleme, che ha coprodotto il progetto con il Centro e-learning, l'Università Statale di Milano, la Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano e l'Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza.

Anche Denise Corbetta, curata nel reparto di emato- oncologia pediatrica dell'ospedale San Gerardo di Monza, ha partecipato al film in cui appare in una delle sue lezioni domiciliari, prima di rientrare al liceo scientifico Galilei di Erba. «Il regista ha voluto riprendere una mia giornata tipo - spiega Denise - e le riprese sono avvenute durante una verifica di matematica nella cucina di casa mia, con il professore del liceo Galilei, Luigi Ravasi. Ero un po' emozionata, perché oltre alla prova scritta c'era la telecamera accesa, ma poi è andato tutto bene. L'obiettivo del film era di far dimenticare la telecamera e il regista c'è riuscito molto bene».

Nel film passano tante scene di vita quotidiana, una lezione di musica, una passeggiata in centro con gli amici, i tuffi in piscina. Come gli altri ragazzi, Denise è entrata in contatto con il progetto grazie alla Fondazione Magica Cleme, che opera nelle realtà sanitarie per restituire ai giovani e alle loro famiglie una parte del benessere che va perduto nell'impegno contro la malattia.

Per ricostruire con i ragazzi una  qualità di vita pari a quella dei loro coetanei c'è anche la scuola. «Durante la terapia - racconta Denise - si continua a studiare e a conoscere persone, grazie ad associazioni come Magica Cleme, ai medici e agli insegnanti dei licei di Monza. In molti venivano a farci lezione durante i loro tempo libero presso il Day Hospital e sono sempre state esperienze importanti. Se non fosse per loro, molte delle cose che sto portando avanti ora, come per esempio la maturità non mi sarebbero state possibili».

Sempre di più il mondo entra nei reparti dove si affronta la malattia. Anche in ospedale c'è il tempo per fare amicizia, giocare, arrabbiarsi o innamorarsi come dimostra la frase che ha dà  il titolo al film.
«Per girare il film - racconta Denise - il regista Andrea Caccia ha voluto che prima parlassimo un po' di noi, del nostro carattere e dei nostri progetti. Ho potuto così conoscere altri ragazzi e con alcuni sono ancora in contatto. Gran parte delle riprese sono avvenute fuori dall'ospedale, mentre viviamo una parte della nostra giornata. Quando ho visto il film per la prima volta è stata una bella emozione, perché ho rivisto tanti ragazzi, me compresa, nella vita di tutti i giorni e a quel punto la telecamera sparisce».

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