Sant'Abbondio, la protesta
I fedeli: «La basilica torni viva»

La cappella del cimitero monumentale e la basilica di Sant'Abbondio corrono il rischio di ridursi a due cattedrali nel deserto, a luoghi senz'anima. E i fedeli di Como protestano.

COMO La cappella del cimitero monumentale e la basilica di Sant'Abbondio corrono il rischio di ridursi a due cattedrali nel deserto, a luoghi senz'anima. «In noi, c'è solo tristezza, amarezza e delusione», dice un gruppo di fedeli e afferma di aver già scritto più volte in Curia, per «render noto quello che sta succedendo in questi due luoghi di preghiera e di ritrovo per molti di noi che credono nella Parola di Dio».
In sintesi, secondo il gruppo di fedeli, «durante la settimana, non si possono più celebrare le Sante Messe nella cappella del cimitero; per quanto riguarda le Messe domenicali celebrate in memoria dei defunti, non vengono fissate, né indicate da alcuna parte. Per non parlare poi dei funerali, generalmente celebrati solo con la Liturgia della Parola, senza la celebrazione della Messa. Salvo eccezioni e questo ci fa pensare a funerali di serie A e di serie B».
Su Sant'Abbondio, il gruppo di fedeli nota che «nessun incaricato può rispondere alle domande dei numerosi turisti che la visitano». Esprime rammarico, perché «neppure durante la festa del patrono della città, Sant'Abbondio, fedeli avrebbero voluto confessarsi, ma neppure in quell'occasione, un sacerdote era presente ». E ancora: «In Sant'Abbondio, non si celebrano né matrimoni, né battesimi, né funerali e la Messa pontificale del Patrono è stata spostata in Duomo». In realtà, sono due le celebrazioni per il Patrono, una in Duomo e una in Sant'Abbondio.
«Dio ha chiamato a Sé Don Luciano Salvadè, cappellano del cimitero e vicerettore della basilica che riusciva a trovare per tutti parole di consolazione e di amore- si rammaricano i fedeli - ora avvertiamo solo un grande senso di freddezza o peggio». La Curia ha considerato i sentimenti dei fedeli, ma non ha dato riscontro perché le lettere sono arrivate senza l'indicazione del mittente. «Il carisma di Don Luciano Salvadè è irripetibile », premette monsignor Angelo Riva, vicario episcopale per la cultura e la comunicazione.
Ma le Messe, almeno le Messe al cimitero, perché non celebrarle più? «Per disposizione ormai datata - sottolinea monsignor Riva - i funerali e le Messe di suffragio si celebrano in parrocchia, perché la comunità parrocchiale condivida il dolore e la memoria, consoli chi piange, unisca le preghiere. Questo è il motivo per il quale anche battesimi e matrimoni si celebrano nella propria parrocchia, salvo casi particolari».

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