«Neve, arrangiatevi»
La città in rivolta

Un piano antineve «psichedelico», come dice Alessandro Tarpini, segretario provinciale Cgil Como. O «sconcertante» per Claudio Bocchietti, presidente dell'Associazione Proprietà edilizia. « Inaccettabile », per Mario Lavatelli, presidente di Acus, Associazione Utenti della strada.  «Rischioso», ipotizza Mario Landriscina, direttore del 118. «Preoccupante», lo titola Giansilvio Primavesi, presidente dell'Unione provinciale commercio, turismo e servizi.

COMO Un piano antineve «psichedelico», come dice Alessandro Tarpini, segretario provinciale Cgil.
O «sconcertante» per Claudio Bocchietti, presidente dell'Associazione Proprietà edilizia. « Inaccettabile », per Mario Lavatelli, presidente di Acus, Associazione Utenti della strada.  «Rischioso», ipotizza Mario Landriscina, direttore del 118. «Preoccupante», lo titola Giansilvio Primavesi, presidente dell'Unione provinciale commercio, turismo e servizi.
Ma è solo la prima reazione sul piano neve 2011 - 2012 presentato  dall'assessore Stefano Molinari. Prevede l'intervento in quattro strade su dieci, poiché i fondi a disposizione ammontano a 500mila euro, iva compresa, contro il milione e 250mila euro dell'anno scorso, esclusi 231mila euro di iva.
« E' un piano illegale, non solo indecente - afferma l'avvocato Bocchietti - perché la spalatura della neve è una funzione obbligatoria, non una variabile facoltativa, legata al buon senso. Una funzione da gestire. Il Comune deve rispettare la legge ed eseguire quanto le norme impongono. Ma gli altri Comuni come fanno? ».
Forse pure loro chiederanno collaborazione ai cittadini.
« Non compete ai frontisti tener puliti i marciapiedi davanti alla rispettiva proprietà. Non è un compito del singolo. Ma io mi chiedo anche come farà la gente ad uscire da casa, ad immettersi in strada in caso di nevicate. Siamo alla frutta se per oltre la metà della città, a causa della mancanza di fondi, è programmata la paralisi ».
Rincara l'avvocato Lavatelli:« Il Comune rinuncia al piano neve? Significa che non intende più svolgere una funzione essenziale - spiega - Ma nei casi in cui un Comune non può o non vuole svolgere un servizio essenziale, viene commissariato, per un atto o per tutto. Intervenga dunque il prefetto o la Regione e sostituiscano il Comune, perché spalare la neve è un dovere irrinunciabile. Poter circolare è un diritto costituzionale ».
Per non tagliare il diritto ai servizi sociali, il Comune ha tagliato il piano neve.
« Ma sono due cose diverse - sostiene Tarpini - Che confusione ci sarà mai, nel bilancio comunale? Non è rinviabile la chiarezza. A che cosa andiamo incontro: lavoro e scuole bloccate, chiuderemo la città, perché nessuno potrà muoversi. Proprio in un momento di crisi, potrà essere ammortizzato un giorno di neve, ma tre o quattro rappresentano una sfida per chiunque: io spalerò, come sempre, davanti alla Cgil. Ma non so chi sarà in grado di raggiungere via Italia Libera e gli altri servizi in mezza città».

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