Il Gattopardo e la flemma di Monti

Berlusconi e con lui tutta la sua compagine di parolai si sono trovati in un "cul de sac": in qualsiasi modo rigirassero la frittata, trovavano gran parte della popolazione, il Presidente Napolitano, la borsa, lo spread e la scarsa considerazione mondiale, contrari alla loro permanenza e quindi, obtorto collo, si sono dimessi.
Da molto tempo i nostri conti andavano "aggiustati" anche perché il Governo Europeo ce lo aveva imposto e le misure raffazzonate e dilettantesche hanno scontentato tutti.
Ora tocca al prof. Monti, il quale avrà buon gioco, in quanto neutrale, a "mazzuolarci" in modo assortito sottoforma di sgraditi regali di Natale, quindi staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro prossimo.
L'unico a rimanere soddisfatto e fortunato sarà il parolaio di Arcore, perchè il prof. Monti provvederà ad applicare le misure che ci condizioneranno ulteriormente in negativo, date le ulteriori tassazioni prospettate.
Perchè queste incombenze saranno espletate dal prof. Monti al posto del Berlusca il quale si terrà in disparte per poi magari ripresentarsi con il suo partito, sorridente e spavaldo dopo che altri avranno tolto le castagne dal fuoco.

Ugo Togni
Bulgarograsso

Che al prof. Monti e alla sua schiera di tecnici tocchi l'ingrato compito di fare il lavoro sporco, non ci sono dubbi. Del resto, qualcuno deve pur farlo. Mi pare però che questi flemmatici professori la stiano prendendo molto alla larga.
Il primo decreto approvato, quello su Roma Capitale, non era certo la cosa più urgente da fare. Non parliamo di quelli all'ordine del giorno, che gridano vendetta. Dov'è finita tutta la fretta di dieci giorni fa? Intanto dei sottosegretari non si intravede nemmeno l'ombra, segno che il manuale Cencelli continua a dettare legge.
In tutta sincerità, non mi sembra una partenza da gran premio. Qualcosa mi ricorda il «Gattopardo»: se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi.

Pier Angelo Marengo
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