Pochi preti a Como
Ecco i predicatori laici

Una nuova figura si prepara nella Chiesa comense: il "ministro della Parola".
La delinea il vescovo nel piano pastorale stiltato per il prossimo biennio: «Non ci sfugge la necessità e il compito di preparare idonei ministri della Parola - scrive monsignor Diego Coletti - per la celebrazione della Parola di Dio nelle comunità in cui non si riesce più a celebrare la messa di ogni giorno feriale».

COMO Una nuova figura si prepara nella Chiesa comense: il "ministro della Parola".
La delinea il vescovo nel piano pastorale stilato per il prossimo biennio: «Non ci sfugge la necessità e il compito di preparare idonei ministri della Parola - scrive monsignor Diego Coletti - per la celebrazione della Parola di Dio nelle comunità in cui non si riesce più a celebrare la Messa di ogni giorno feriale; o addirittura non è possibile garantire sempre il sacrificio eucaristico nei giorni di precetto festivo» e ricorda che il Papa chiama queste comunità «assemblee domenicali in attesa di sacerdoti».
In pratica, un diacono o un laico, catechista, lettore, salmista, condurrà le preghiere e le letture delle Sacre Scritture, Epistola e Vangelo, e le commenterà. Non potrà certo consacrare il pane e il vino, poiché solo un sacerdote può farlo, ma il "ministro dell'Eucaristia", figure laiche già presenti nella nostra Diocesi, potrà poi distribuire la Comunione.
Il ministero della Parola è un'esperienza già in corso, per esempio, nella vicina Svizzera, in certi villaggi dove il sacerdote arriva a celebrare la Messa due volte al mese; da noi, la preparazione passa dalla Scuola diocesana di teologia e dai vicariati, le nuove zone pastorali omogenee in cui è stata suddivisa la diocesi, per una miglior collaborazione tra le parrocchie e per azioni comuni, in raccordo con le associazioni. Ma il vescovo, nel piano pastorale, afferma che tutti i cristiani devono diventare «esperti del primo annuncio», cioè portare la Parola di Dio a tutti, «a chi è in ricerca, a chi è cresciuto fino ad una certa età frequentando la catechesi e i sacramenti e poi ha lasciato la vita della Chiesa» e perfino ai lontani. E dove la porta? «Nelle chiese e nelle case - esemplifica Coletti - nei luoghi di divertimento e di lavoro» e «nelle situazioni che toccano il cuore dell'esistenza quotidiana: la nascita di un figlio, una decisione importante, l'incontro con la morte di una persona cara, la scelta di vivere insieme, la fragilità, la sofferenza, la povertà».

Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola mercoledì 30 novembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA