"Abb, altro che industria
meglio un albergo"

Lenno: Al sindacalista Renato Quadroni, che caldeggiava una destinazione produttiva, fa seguito Johnny Botta, per tanti anni sindaco e "Per il bene di tutta la Tremezzina, con lo sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni - dice - spero he i nuovi amministratori lennesi abbiano a valutare con la massima attenzione la destinazione urbanistica dell'area"

LENNO Sull'area dell'Abb bisogna privilegiare una scelta urbanistica di tipo turistico-alberghiero. Al sindacalista Renato Quadroni, che caldeggiava una destinazione produttiva, fa seguito Johnny Botta, per tanti anni sindaco e consigliere provinciale del Centro Lago.
«Per il bene non solo del paese, ma di tutta la Tremezzina, con lo sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni - dice Botta - spero tanto che i nuovi amministratori lennesi abbiano a valutare con la massima attenzione la destinazione urbanistica dell'area. A mio avviso occorre operare con la massima flessibilità, non insistere sull'occupazione industriale per non correre il rischio di creare, in uno dei luoghi più belli del lago, un'altra Ticosa. Parlo da cittadino, solo in relazione al fatto che sono stato chiamato in causa dalle osservazioni dell'amico Renato Quadroni. Capisco la sua nostalgia in quanto cresciuto alla Tieghi prima come operaio e componente del consiglio di fabbrica, poi come sindacalista. Le sue lotte sono state e sono tuttora al servizio dei lavoratori, ma è necessario stare con i piedi per terra».

L'amministrazione Botta aveva tracciato le linee guida del piano di governo del territorio con conferimento dell'incarico all'urbanista Giuseppe Tettamanti, una scelta che la nuova maggioranza a guida di Mario Pozzi ha ritenuto di modificare con la scelta di un nuovo architetto.
Il processo di trasferimento di tutte le unità produttive dell'Abb a Ossuccio, ormai in fase avanzata, è irrevocabile, e Botta difende i contenuti del Documento di inquadramento a suo tempo approvato dal consiglio comunale che individuava nell'area Abb un recupero urbanistico-edilizio aperto a qualsiasi destinazione funzionale, non solo produttivo.

«Nella sostanza - dichiara l'ex sindaco - se si fosse fatto avanti un imprenditore intenzionato a recuperare la struttura per qualsiasi tipo di produzione, purché non inquinante, avremmo spalancato le porte, ma in assenza di tale eventualità avevamo pensato a qualcos'altro, peraltro non vincolante, considerando che con una semplice variante, definibile in 60 giorni, sarebbe stato possibile modificare le scelte. In sostanza, fino all'ultimo sarebbe stato possibile rimodulare la destinazione nell'interesse della collettività. Se consideriamo la collocazione geografico-ambientale dell'area, nel cuore della Tremezzina, una struttura turistico-ricettiva, un albergo per intenderci, sarebbe a mio avviso un recupero stupendo con un contemporaneo incremento occupazionale».

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