Calcio scommesse: sempre di più
le partite al centro dell'indagine

Il quadro del nuovo capitolo dello scandalo si allarga ogni giorno di più e arriva a toccare perfino la Champions League

CREMONA Carlo Gervasoni, il giocatore del Piacenza arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate, nel corso del suo interrogatorio davanti al gip Guido Salvini e al procuratore Roberto Di Martino, ha ampiamente confessato i capi di accusa a lui contestati ma ha aggiunto dettagli su altre partite. Ma il quadro del nuovo capitolo del calcioscommesse si allarga ogni giorno di più e arriva a toccare perfino la Champions League.
Tuttavia non è facile capire chi fra i giocatori e quali squadre e società sono veramente coinvolte nelle combine. I magistrati hanno a disposizione chilometri di bobine con intercettazioni fra gli artefici del sistema che sta rovinando il calcio italiano. Ma non tutto ciò che vi è contenuto è, non solo vero, ma neppure attendibile. Così come, ad esempio, quando vengono fatti nomi di giocatori, finora i coinvolti appaiono più come vittime che non come possibili complici.
Al proposito sono risultati manifestamente infondati contatti o solo relazioni - come erroneamente riportato l'altro ieri - tra alcuni giocatori dell'Inter o del Milan (Stankovic, Sneijder, Gattuso) e uomini coinvolti nei tentativi di condizionare i risultati degli incontri. E anche la Lazio si è detta «totalmente estranea a qualunque indagine, così come sono estranei i suoi dirigenti ed i suoi calciatori». Ma se, Doni a parte, nomi famosi da quanto finora emerso non risultano in alcun modo coinvolti, diverso il quadro che emerge da quanto ha raccontato ieri  Gervasoni.
Il giocatore del Piacenza ha parlato di sei gare mai accennate nell'ordinanza di custodia cautelare coinvolgendo quattro squadre tra cui la Cremonese e facendo i nomi di 20-25 giocatori, a suo dire, coinvolti. In sostanza Gervasoni ha ammesso di aver sempre "piazzato" la partite delle squadre nelle quali ha militato.
Tra le accuse confermate da Gervasoni quella del viaggio nel cuore della notte ad Ascoli Piceno in compagnia degli slavi, uno dei quali Almir Gegic, ritenuto il tramite tra l'Italia e l'organizzazione che fa capo a Singapore. Scopo di quel viaggio era la corruzione del giocatore dell'Ascoli Micolucci che successivamente aveva riferito agli inquirenti che alla vigilia della gara contro il Novara aveva ricevuto la visita di Gervasoni e di due slavi che gli avevano mostrato denaro contante. Micolucci aveva aggiunto che Gervasoni quella sera si era limitato a dire che da un anno era il punto di riferimento degli "zingari".
Il giocatore del Piacenza ha infatti confermato che la sua attività di "reclutatore" ha avuto come fulcro gli anni in cui indossava le maglie dell'Albinoleffe - società per la quale non risulta alcun indagato - ma ha altresì confermato il proprio ruolo anche con le maglie di Mantova, Cremonese e Piacenza.
Nel frattempo, a margine dell'interrogatorio, è emerso un particolare inquietante: una telefonata con delle minacce di morte è giunta in mattinata allo studio di uno dei difensori di Gervasoni, Filippo Andreussi. Il codifensore ha spiegato che la telefonata giunta allo studio del suo collega a Mantova conteneva esplicite minacce di morte perché l'avvocato Andreussi è appunto difensore di Carlo Gervasoni che l'anonimo telefonista ha indicato come responsabile delle sconfitte della compagine lombarda.
Subito dopo l'interrogatorio di Gervasoni è cominciato, sempre davanti al gip, quello dell'ex calciatore Luigi Sartor che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Oggi altra giornata cruciale. Si presenteranno davanti al gip il giocatore dell'Atalanta Cristiano Doni e il bolognese Antonio Benfenati.
Intanto dalle indagini vengono alla luce almeno duecento partite sospette, compresi i preliminari di Champions League ed Europa League, un giro vorticoso di decine di milioni di euro, diversi campionati di paesi europei presi di mira.
L'esempio più eclatante di questa teoria è l'inchiesta della procura della città tedesca di Bochum che ha portato a diversi arresti ed alla scoperta di una rete turco-croata, collegata a quella di Seet, in cui compare anche Almir Gegic, l'ex giocatore del Chiasso sulla cui testa pende un mandato d'arresto della procura di Cremona che lo ritiene figura di spicco del gruppo degli "zingari". Dopo la prima fase dell'inchiesta "Last Bet"  le autorità tedesche hanno contattato i colleghi italiani, per condividere le informazioni.

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