Teschio ritrovato a Cernobbio
Ricostruito il viso della donna

Il Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense) di Milano ha concluso l'opera di ricostruzione dei dettagli, dando forma la viso di una donna di colore: indagini dei carabinieri

CERNOBBIO Ora ha un volto il teschio ritrovato un anno fa a Cernobbio ma il mistero rimane fitto.

Il Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense) di Milano ha concluso la sua certosina opera di ricostruzione dei dettagli, dando forma la viso di una donna di colore, così come era stato ipotizzato dopo il ritrovamento del teschio accanto al torrente Cosio, in località Barangia. Un escursionista il pomeriggio del primo gennaio dell'anno scorso stava facendo una passeggiata e si era imbattuto in quel teschio: aveva lanciato l'allarme. Sul posto era stata rinvenuta anche una treccina di capelli neri, stretta in un elastico di paillettes azzurre e argentate che avevano fatto pensare si potesse trattare di un accessorio "afro".
Il lavoro del Labanof ha in effetti portato a ricostruire del volto di una donna, con un'età compresa fra i 37 e i 52 anni, alta fra 1,60 e 1,67 metri. Gli altri elementi a disposizione, non solo del laboratorio forense ma anche degli inquirenti, sono veramente pochi: il fermacapelli e due denti, un incisivo inferiore e un centrale sinistro.

Il lavoro per i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Como era subito parso a dir poco difficile per risalire all'identità della donna: in procura a Como era stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, e le indagini sono coordinate dal pm Capone. Sul cranio della donna è stata accertata una frattura, compatibile con una caduta dall'alto. Dalle analisi che erano state effettuate già un anno fa, la morte poteva risalire a un periodo non inferiore ad almeno 5 anni, il periodo minimo perché il viso si trasformasse in teschio: tutte le denunce di scomparsa più o meno compatibili, per tempi e località, con il luogo del ritrovamento non avevano dato esito.
Ora in mano agli inquirenti c'è questa carta in più, la ricostruzione del volto della donna e, chi riconoscesse in quel viso una persona nota, potrebbe fornire alla procura e ai carabinieri elementi fondamentali alla sua identificazione e, magari, anche alle cause della sua morte.

Cranio e ossa si trovavano su un terreno sopra via per la Svizzera, accanto alle prime balze del Cosio: la zona, verso la montagna, è scoscesa, ma il pianoro è raggiungibile abbastanza facilmente dalla strada, che si trova venti metri più in basso. Sul posto, per delimitare l'area e segnalare i punti in cui si trovavano i poveri resti, erano state fissate alcune bandierine arancioni collocate dai carabinieri.

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