Mezzegra, giorno Memoria
Sdoganata la foto del duce

Gaffuri (Pd): «Intempestivi i permessi comunali alla lapide»

MEZZEGRA - Ricordo di una donna che per amore del suo uomo, Benito Mussolini, ha sacrificato la vita facendo scudo con il proprio corpo a chi aveva ricevuto l'ordine di dare corso alla fucilazione o apologia del fascismo nel luogo in cui il 28 aprile 1945 è finito un regime del quale si è occupato tutto il mondo?

Il nulla osta alla posa di un'immagine di Claretta Petacci al famoso cancello di villa Belmonte a Giulino, firmato dal sindaco Claudia Lingeri, reso noto proprio nei giorni in cui vengono commemorate le vittime dell'olocausto, sta suscitando contrastanti valutazioni. Tutto si collega alla richiesta firmata dal presidente dell'Unione combattenti della repubblica sociale italiana Mario Nicollini, prossimo al centesimo compleanno, con la quale il 22 dicembre 2011 viene chiesta l'autorizzazione «a posare una foto commemorativa di centimetri 35 per 25 con i volti di Benito Mussolini e Claretta Petacci con la data della loro morte».

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