Senza casa e senza figli
Protesta dei papà separati

Dal tribunale di Como fino al festival di Sanremo. Le mamme li sostengono: "Battiamoci insieme per la parità genitoriale. Basta guerre sulla pelle dei bambini"

COMO - Prima ha perso la casa, ora rischia di perdere anche i figli. La storia di R.C. (pubblichiamo solo le iniziali per tutelare la riservatezza dei minori coinvolti), infermiere al Pronto soccorso, è esemplare delle difficoltà che devono affrontare tanti papà separati e che finiscono per essere pagate a caro prezzo anche dalla loro prole.
Non a caso, giovedì, giorno in cui era fissata l'udienza per discutere la proposta di mandare in comunità i tre bambini di R.C, formulata dal Servizio tutela minori, si sono mobilitate diverse associazioni per manifestare davanti al Tribunale di Como. All'appello lanciato sul gruppo "Famiglia sempre" da una mamma che da piccola ha provato sulla sua pelle l'esperienza di essere tolta ai genitori, Antonella Flati, hanno risposto il Movimento femminile per la parità genitoriale, l'associazione Figli sottratti e i Papà separati Lombardia. Complice la nevicata, la mattina ha preso una piega imprevista: le 8 pagine di relazione dei servizi sono state letteralmente congelate, l'udienza rinviata ed R.C. è tornato a casa con un piano di visite dei figli che gli dà speranza per un altro mese.
I servizi hanno motivato la scelta di allontanare i tre bambini dai genitori con le presunte carenze dei medesimi: una madre che ostacolerebbe continuamente il loro legame con il padre e un padre che, tra le altre cose, vive in un monolocale. «Se mi sono ridotto a vivere in un monolocale - osserva R.C. - è perché, dopo l'udienza in cui si è discussa la separazione chiesta da me e rinviata dal giudice al prossimo luglio, devo passare 500 euro di mantenimento per i miei figli, 250 per l'ex moglie e 800 di mutuo per la casa che sono stato costretto a lasciare». Mentre cerca di risolvere il suo problema, R.C. ha costituito un'associazione per aiutare altri papà e per diffondere la cultura della bigenitorialità.
Bigenitorialità è la parola d'ordine che ispira le associazioni che si sono mosse in suo sostegno e molte altre che si sono unite nel cartello nazionale Adiantum  e hanno dato vita agli Stati generali per la giustizia familiare. «Io ho passato 18 anni in una casa famiglia - racconta la Flati -. Poi sono finita in un istituto per ragazze madri e hanno cercato di togliermi mio figlio, ma ho lottato ed è rimasto con me. E siccome nella vita una possibilità di riscatto si dà a tutti, da adulta sono riuscita a recuperare il rapporto con mia madre e mio padre. Ora mi batto perché tutti i bambini possano avere due genitori. E per tutelare davvero i bimbi bisogna tutelare anche mamme e papà». Concetti trasformati in una canzone che sarà cantata il 18 febbraio fuori dal teatro Ariston di Sanremo, in una nuova manifestazione ideata dalla Flati. 
Di Adiantum fanno parte anche le Mamme separate di Como. «Dal 1999 ci battiamo per il diritto dei figli ad avere entrambi i genitori - sottolinea la presidente Rosy Genduso -. Denunciamo che, nonostante la legge sull'affido condiviso, responsabilità e tempi di cura rimangono uguali solo sulla carta. Bisogna fare una corretta informazione sulla degenerazione cui possono portare le guerre suggerite da molti avvocati: fino all'allontanamento dei figli da entrambi i genitori».
Pietro Berra
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