Bellagio, uccise per gelosia
In Appello confermati i 18 anni

I giudici di Milano hanno confermato la sentenza di primo grado nei confronti di Giuseppe Voci che il 6 marzo 2010 aveva ucciso la convivente, Anna Maria Chesi

BELLAGIO - Per l'omicidio di Anna Maria Chesi, la seconda corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna di primo grado: 18 anni di carcere al convivente, Giuseppe Voci.

Ieri mattina i giudici milanesi hanno confermato la decisione del giudice del tribunale di Como Alessandro Bianchi: in primo grado, il 19 gennaio 2011, Voci non era stato condannato al carcere a vita non essendo stata riconosciuta la premeditazione, come invece richiesto dal pm Simone Pizzotti. Rigettata dal giudice anche la richiesta dell'avvocato difensore di Voci dell'incapacità di intendere e di volere del suo assistito.

Le stesse richieste, del pubblico ministero e dell'avvocato difensore, sono state rigettate anche dalla corte d'Appello di Milano: alla fine i 18 anni sono il frutto della condanna a 27 anni di reclusione, ridotti di un terzo per la scelta del rito abbreviato.

L'omicidio risale al 6 marzo del 2010 quando Giuseppe Voci, che aveva 53 anni, uccise per un raptus di gelosia la convivente, Anna Maria Chesi, 48 anni, assistente sanitaria. L'uomo si era consegnato dopo aver vagato una notte in auto e le indagini erano state svolte dai carabinieri della caserma di Bellagio. L'uomo era convinto che lei lo tradisse anche se la donna aspettava un figlio (paternità che non era poi stato possibile accertare).

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Eco di Bergamo Articolo primo grado