Sbranato dai cani
Aperta un'inchiesta

La Procura di Milano vuole verificare negligenze dopo la tragica fine del pensionato di Inverigo. Dal canile di Mariano, intanto, tranquilizzano: qui da noi non sarebbe potuto accadere

INVERIGO La Procura di Milano ha aperto un' inchiesta, al momento senza ipotesi di reato nè indagati, sulla vicenda di Gaetano Gnudi, l'uomo di 74 anni che venerdì scorso è stato sbranato da un branco di cani randagi ed è morto in ospedale per le gravi ferite riportate.
In particolare, gli inquirenti stanno acquisendo tutte le segnalazioni inoltrate nel tempo, anche alla Asl, da coloro che risiedono nella zona, vicino a via Martirano, al confine con Cusago (Milano), nelle quali si denunciava la presenza di randagi aggressivi in quell'area. L'inchiesta punta infatti a verificare se ci siano state eventuali negligenze da parte delle autorità a seguito delle segnalazioni dei cittadini e dunque se si possano individuare profili di colpa e a carico di chi. Gli inquirenti stanno anche vagliando una serie di testimonianze, di cui è necessario anche valutare l'attendibilità.
Intanto, dall'autopsia effettuata sul cadavere dell'anziano è emerso che l'uomo sarebbe stato ferito anche da un morso alla giugulare da parte di un cane.

Ma una tragedia come quella nel Comasco non sarebbe potuta avvenire, «perché qui, grazie alla collaborazione tra volontari, enti, e tutti i soggetti operanti sul territorio, il fenomeno del randagismo è assolutamente sotto controllo». Tanto, giura Marco Folloni, presidente dell'associazione Gli Amici del randagio, che gestisce il canile consortile di Mariano Comense e quello di Erba, che anche la presenza di un solo cane vagante per strada viene ormai immediatamente segnalata.

«Generalizzare è troppo semplice - chiarisce  Folloni - se un cane cresce in maniera equilibrata e in un ambiente sereno, difficile che possa compiere simili atti. È una questione culturale, perché è importante capire che i cani non sono tutti uguali e alcune razze implicano un impegno maggiore».
In questo caso, però, si trattava di bestie abbandonate a loro stesse, probabilmente, in libertà. Che avevano fatto branco, diventando così più aggressive e pericolose. «È brutto, di fronte a una simile tragedia, dire che la colpa è degli esseri umani, ma che certo è che se questi animali avessero avuto un padrone e non fossero abbandonati a loro stessi non si sarebbero comportati così»

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