San Giuliano, duro monito
di don Roberto: "Nauseati"

Richiamo dell'attuale parroco contro le violenze confessate da don Marco Mangiacasale: "Tutto il nostro affetto va a quelle ragazzine calpestate"

COMO Non parole, che per quanto toccanti possono scivolare via veloci, ma uno sferzante richiamo scritto sul quale fissare a lungo gli occhi e i pensieri. 

Don Roberto Pandolfi, parroco di San Giuliano, la parrocchia ferita dall'inchiesta sull'ex parroco don Marco Mangiacasale in carcere per violenza sessuale  nei confronti di quattro minorenni, ieri ha segnalato il suo richiamo sul foglio parrocchiale da ritirare all'uscita della messa prefestiva. E ha rilanciato la possibilità di coniugare il vangelo, il messaggio di liberazione dal male, con una miseria abissale, con uno sgomento che per ora non sembra attenuarsi di fronte a fatti «che lasciano sempre più attoniti e schifati, suscitando un senso di smarrimento e di nausea».

Un'espressione forte, carica di realismo che porta ad inquadrare i veri soggetti di un dolore che si vorrebbe medicare, guarire completamente: «A queste persone, a queste ragazzine, va tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà: sono loro le vittime, è la loro dignità di donne e di figlie di Dio ad essere stata calpestata e infangata, è la loro innocenza che è stata rubata e violata».

Il primo richiamo di don Roberto è alla responsabilità di una speranza che non può essere labile ed evanescente come un sentimento di commozione, di momentanea commiserazione, ma chiede di disegnarsi in atteggiamenti di profondo rispetto, di autentica condivisione di un dolore da condividere silenziosamente. «Ma queste ragazze sono anche la nostra speranza, sono il futuro della Chiesa. Preghiamo per loro con la certezza, che il Signore guarirà le ferite e saprà donare gioia e serenità, facendole rivivere con Cristo» suggerisce restituendo la luminosità che in questi giorni è sembrata difficile da ritrovare, appannata a volte anche da  indifferenza e superficialità. Don Pandolfi inserisce un'accorata preghiera  e un sentimento di autentica vicinanza anche alle famiglie «così duramente provate, colpite e ferite nel loro tesoro più prezioso, i figli».

Sul fronte dell'inchiesta, intanto, emerge che don Mangiacasale già nel primo interrogatorio davanti al giudice aveva confessato non solo gli abusi nei confronti della prima ragazzina che lo ha denunciato, ma anche le altre tre violenze scoperte nei giorni successivi. Al punto che il suo legale, l'avvocato Renato Papa, ha rinunciato a ricorrere al tribunale del riesame per chiedere i domiciliari per il prete. «Don Marco - ha spiegato il legale - è nelle condizione di chi intende espiare le sue colpe. È profondamente afflitto e si rende perfettamente conto della sofferenza che ha arrecato».

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