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Lunedì 02 Aprile 2012
A Como la scuola numero uno
La Magistri dà l'esempio all'Italia
La scuola numero uno di Como non è più il Volta. E non è nemmeno un liceo. Al top c'è la Magistri Cumacini e non soltanto a livello cittadino, ma anche regionale e nazionale. Questo è il risultato di uno studio della Fondazione Giovanni Agnelli su quattro regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Calabria).
La Fondazione Giovanni Agnelli ha condotto uno studio su quattro regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Calabria), esaminando i libretti di 145mila ragazzi che si sono iscritti all'università entro due anni dal diploma. Obiettivo: stabilire quali scuole garantiscano una migliore preparazione per affrontare gli studi universitari. Per quanto riguarda la Lombardia è stata stilata una graduatoria di 453 istituti (poco meno della metà dell'intero campione nazionale) e al vertice c'è proprio la Magistri.
Considerando che circa l'80% degli studenti della Magistri si iscrive all'università, la Fondazione Agnelli ne ha valutato il rendimento prendendo in considerazione due parametri: il profitto e la velocità nel sostenere gli esami. «Siamo orgogliosi di questo risultato - commenta il vicepreside Saverio Fresca -. Non a caso molti dei nostri ex alunni ci dicono che per il primo anno e mezzo di università vivono di rendita di quello che hanno studiato da noi. Abbiamo insegnanti capaci e ragazzi motivati».
La Magistri Cumacini fa parte della storia di Como: formalmente nacque nel 1939 da un preesistente corso per capomastri edili, istituito all'interno della scuola d'arti e mestieri "Castellini" fin dal 1899. Ed è approdata nel Terzo millennio più vitale che mai. Basti dire che il prossimo settembre avrà oltre 300 matricole che la porteranno a raggiungere il record storico di 1.230 iscritti. «La nostra è una scuola seria - rimarca Fresca -. Al primo anno viene bocciato circa il 30% dei ragazzi. E se una volta i respinti andavano in altre scuole, ora rimangono da noi perché vogliono il diploma della Magistri».
Per alcuni è una tradizione di famiglia. «Tanti ragazzi - racconta Fresca - si iscrivono nella nostra scuola, perché l'ha frequentata il papà piuttosto che il fratello maggiore. E abbiamo diversi ex alunni anche trai docenti». Uno spirito di squadra incarnato dal preside Enrico Tedoldi, già alunno e professore della stessa scuola.
Pietro Berra
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