Cantù, il Gabbiano
ha una serra solidale

Festa di primavera della cooperativa, al centro di via Baracca. Si è puntato sul progetto Effetto Serra che permette attività di floricoltura rivolte agli utenti del centro diurno e che produce fiori che è possibile acquistare con donazioni che sostengono le attività della cooperativa

CANTÙ Una serra dove sbocciano i fiori e le persone. E che allarga le sue foglie fino a raggiungere tutta la città. E' quella del Gabbiano, aperta straordinariamente per celebrare la Festa di primavera, che stavolta ha un sapore diverso visto che coincide anche con uno degli appuntamenti per il trentennale della cooperativa. Cooperativa cresciuta molto in questi anni e che continua a farlo, tanto che gettando lo sguardo al futuro prossimo è impossibile non pensare che servirebbe un po' di spazio in più per il centro diurno, perché non si torni ad avere la lista d'attesa.

Festa andata in scena domenica al centro sportivo di via Baracca, dove dal 2006 ha sede la cooperativa, costituita nel 1981 per opera del sacerdote padre Emilio Maroni grazie al sostegno del Lions Club di Cantù e Mariano Comense per dare sostegno ai disabili e alle loro famiglie e per promuovere l'integrazione sociale delle persone svantaggiate attraverso la gestione di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e culturali.
Un lavoro prezioso e impegnativo che occupa una trentiva di operatori e coinvolge quaranta volontari, tra storici e giovani. Presentato ieri alla città aprendo le porte della struttura per la festa, organizzata con la collaborazione del gruppo Scout Agesci e con la partecipazione del corpo musicale Santa Cecilia di Montesolaro. Animazioni artistiche, laboratori, giochi.

E, appunto, la serra aperta, sfavillante dei colori delle piantine cresciute qui, circa 9.000 ogni anno. Struttura nata bell'ambito del progetto "Effetto Serra", che permette attività di floricoltura rivolte agli utenti del centro diurno e che produce fiori che è possibile acquistare con donazioni che sostengono le attività della cooperativa.<+togli_rientro>
«Ma l'obiettivo reale - dice Stefano Sosio, coordinatore dello stesso e consigliere della cooperativa - è offrire un'opportunità socializzante, che permetta anche di entrare in contatto con la comunità, non creare lucro».
Centro diurno che oggi conta 45 utenti, ovvero la massima capienza possibile, visto che il nuovo modulo aperto - che ha portato 15 posti in più - è già andato esaurito. «Prima o poi - ammette Sosio - dovremo porci il problema di trovare spazi e quindi di individuare le starde per reperirli, visto che la sede non ne ha ulteriori».

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