«Evade il fisco
grazie all'avvocato»

Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Como, questa mattina hanno dato esecuzione al sequestro di oltre 300 mila euro rinvenuti sui conti correnti di un avvocato lariano, nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Como, dal pm Giuseppe Rose.


COMO Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Como, questa mattina hanno dato esecuzione al sequestro di oltre 300 mila euro rinvenuti sui conti correnti di un avvocato lariano, nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Como, dal pm Giuseppe Rose.

Il professionista aveva messo i propri conti correnti a disposizione di un suo cliente, imprenditore operante nel settore del mobile il quale, nel periodo 2006-2011, aveva accumulato oltre un milione di euro di debiti con il fisco, pari a ben 32 cartelle di pagamento, non avendo versato alcun tributo iva, irap, inps ed inail.

Le indagini erano partite a seguito di alcuni ordinari controlli di polizia economico finanziaria che hanno insospettito i militari.

Secondo quanto affermato dal GIP del Tribunale di Como, che ha disposto i sequestri, è emerso che sui conti correnti intestati all'avvocato ed alla propria consorte, dal 2010 al 2011, erano stati versati oltre 60 assegni del valore complessivo di 330mila euro,  intestati e riconducibili esclusivamente alle attività dell'imprenditore che, in questo modo, poteva sfuggire alle richieste dell'erario, in quanto, nel frattempo, aveva formalmente dismesso tutti i beni e dei rapporti bancari a lui intestati.

Dell'operazione verrà chiamata a rispondere anche la banca, che prevede pesanti sanzioni pecuniarie per l'omissione delle prescritte segnalazioni alle autorità di vigilanza, da parte degli istituti di credito.

Il sequestro è stato reso possibile dall'applicazione dell'innovativo istituto del sequestro per equivalente, grazie al quale possono essere sottoposti a confisca anche i beni non direttamente connessi al reato, ma che siano nella disponibilità degli indagati.

Il professionista, la propria moglie e l'imprenditore, sono stati denunciati a piede libero per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte che prevede una condanna fino a 6 anni di reclusione.

 

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