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Mercoledì 06 Giugno 2012
Morto in sala parto
Il dolore della madre
«Dovevo partorire, ma non c'erano medici a seguirmi». Si è aperto con la testimonianza, densa di pathos, della mamma il processo in tribunale a Como per uno dei due gemellini morti durante un parto al Valduce, nel maggio 2010.
Davanti al giudice Ferdinando Buatier de Mongeot si è celebrata la prima udienza a carico di due ginecologi dell'ospedale di via Dante accusati dalla Procura di omicidio colposo. Una prima udienza nella quale, tra l'altro, si sono costituiti parte civile contro i medici i genitori e i quattro nonni.
Il parto terminato in tragedia risale a due anni fa, il 28 maggio 2010. Da un paio di giorni una giovane milanese, 27 anni all'epoca dei fatti, era ricoverata in vista del parto gemellare. Nel corso della notte la donna ha cominciato il travaglio, ma presto si è compreso che si andava incontro a delle complicazioni. Poco prima delle cinque del mattino è scattata l'emergenza e, infine, la decisione di sottoporre la donna a parto cesareo. Ma, ormai, per uno dei due gemellini non c'era più nulla da fare. Il secondo fu invece salvato in sala operatoria, dall'équipe del Valduce.
A processo, con l'accusa di omicidio colposo, due ginecologi dell'ospedale di via Dante: Roberto Colleoni, 54 anni, e Francesca Piol, 41 anni, entrambi difesi dall'avvocato Giuseppe Sassi.
I due medici erano stati inizialmente accusati anche di lesioni nei confronti della madre e del fratellino. Per quest'ultimo, inizialmente, si era temuto il peggio, ovvero potesse aver riportato danni in seguito a un'anossia cerebrale (ovvero la mancanza di ossigeno al cervello), ma fortunatamente è nato vivo e in buone condizioni di salute.
Assistita dall'avvocato Andrea Marino Crepazzi la madre ha reso una lunga testimonianza all'apertura del processo, che proseguirà il 26 novembre prossimo. Da qui alla fine dell'anno sono fissate altre due udienze. Decisiva sarà, in ogni caso, la battaglia di consulenze e di ricostruzioni medico-legali che vede contrapposti gli esperti nominati dal Valduce a quelli della parte civile.
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