Como, c'è la crisi
La gente non si cura

Crollo del consumo di farmaci. I medici: state attenti, non risparmiate sulle cure

COMO «Nove milioni di italiani rinunciano a curarsi». Il titolo campeggia sulla pagina iniziale del sito web dell'Ordine dei medici di Como. E il tema, almeno stando alle parole degli addetti ai lavori, inizia in effetti ad acquisire rilievo anche sul Lario. Cala, in sintesi, la richiesta di visite, esami e farmaci, complice da un lato la crisi economica e dall'altro alcune recenti misure - come il famigerato superticket - tutt'altro che indolori.
«La crisi morde anche la sanità», evidenzia sempre l'Ordine dei medici, dando conto di una ricerca appena realizzata dal Censis con Rbm Salute e presentata in occasione del "Welfare day».
Più di 9 milioni di italiani, svela l'indagine, «dichiarano di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno, per ragioni economiche».
Impossibile avere numeri precisi sulla realtà comasca, ma a livello regionale le stime parlano di una diminuzione del 3% di visite specialistiche, esami e accertamenti diagnostici.
«Per fortuna ci sono molte fasce protette, per reddito o per patologia - premette il presidente dell'Ordine Gianluigi Spata-. Rimane il fatto che i ticket sono aumentati e questo può creare problemi sul fronte della prevenzione. Non si va dal medico, oppure si chiede di rinviare determinati esami. Al momento si intravedono solo i primi segnali ma credo che gli effetti della crisi si sentiranno tra qualche mese, quando arriverà la stangata delle tasse tanto temuta da tutti. Certo, già oggi accade che il paziente chieda la prescrizione del farmaco generico, meno costoso rispetto a quello di marca, e se non ci sono controindicazioni ovviamente siamo i primi a indicarlo».
Spata rivolge un appello chiaro ai cittadini: «Non risparmiate sulla prevenzione, perché con la salute non si scherza. E, se il medico vi prescrive degli esami, non rinunciate a farli» Roberta Marzorati, pediatra, sottolinea: «La maggior parte dei farmaci che prescriviamo sono mutuabili, se capita di indicarne uno che non lo è scatta subito la domanda. C'è grande attenzione anche su un prodotto come il latte artificiale, la crisi si sente».
L'ospedale Sant'Anna non ha ancora elaborato i dati, ma il direttore sanitario Giuseppe Brazzoli conferma che potrebbe esserci stata una flessione sul fronte della domanda.
E l'omologo del Valduce, Alessandro Rampa, sottolinea: «Si fanno meno esami vistosamente inutili, quelli chiesti senza averne una reale necessità. E un indicatore è il fatto che cala il numero di referti non ritirati per esami di laboratorio o radiologici. Mi auguro invece che nessuno stia rinunciando a controlli importanti e non ho segnali preoccupanti in questo senso, le liste d'attesa si mantengono stabili. Se cala la richiesta di prestazioni inappropriate, non è un male».
La contrazione più evidente si registra in farmacia.

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