Denise, la Procura
coinvolge anche il Ris

Il proiettile è piuttosto malconcio. La Procura della Repubblica di Como lo spedirà comunque al Ris, il Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri, con sede a Parma.

COMO Il proiettile è piuttosto malconcio, deformato dall'impatto contro il cristallo dell'auto e, soprattutto, con il corpo della piccola Denise, la bimba ferita lo scorso 28 giugno, dopo la semifinale dell'Europeo.
La Procura della Repubblica di Como lo spedirà comunque al Ris, il Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri, con sede a Parma.
Servirà, l'analisi del proiettile, a completare il quadro degli accertamenti balistici, architrave di una indagine che si gioca soprattutto su perizie tecniche, per confermare o confutare la versione di Leonardo Zarrelli, 50 anni, l'uomo di Monte Olimpino che quella sera esplose cinque colpi di carabina calibro 22 dal salotto di casa sua, al sesto piano di una palazzina di via Barberini, in fondo a via Alla Cava. Zarrelli insiste nel dire di avere sparato per festeggiare l'Italia mirando, dall'alto verso il basso, a un barattolo di latta collocato sul balcone, convinto - ha detto - che i colpi sarebbero finiti in un giardino, oltre il muro di una azienda che ha sede sotto casa sua. Come noto, i proiettili andarono invece a conficcarsi sul muretto al di là di via Bellinzona, con la sola eccezione di quello che per poco non costò la vita della bambina.
La difesa di Zarrelli non rimane con le mani in mano. In questi giorni ha iniziato a lavorare anche il consulente tecnico di parte scelto dall'avvocato Massimo Di Marco.
Si tratta di Luca Pierpaolo Soldati, un architetto milanese che si occupa di armi, esplosivi e balistica e che a Como non è una faccia nuova:si era già occupato, sempre per conto della difesa, anche del caso di Alberto Arrighi, analizzando l'arma del delitto.
Nei giorni scorsi, intanto, Denise è tornata a casa. È ancora convalescente ma intervento e terapie hanno ottenuto l'effetto sperato.

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