Homepage
Mercoledì 18 Luglio 2012
Milva torna
A Milano per l'Emilia
La cantante oggi alla Milanesiana a leggere brani di scrittori emiliani per sostenere i terremotati
L'Emilia non è solo la terra dove la musica sembra trovare un terreno fertilissimo, sia nel campo dei cantautori, sia in quello degli interpreti, con un'originalità e un'innovazione di fondo. C'è anche una naturale vena di inventiva letteraria, che ha sempre permesso agli artisti emiliani di superare certi conformismi letterari, per porsi in una vena che guarda al funambolico e all'immaginazione, attraverso il ricorso a lezioni europee che gli emiliani sanno "impastare" nel loro linguaggio così poco catalogabile, così sempre imprevisto e vivo.
Fin dai tempi di Ariosto e dell'"Orlando Furioso" è stata questa una caratteristica che ha contraddistinto queste scritture padane, in una linea che fa convivere realtà e avanguardia, realismo e iperrealismo, linguaggio funambolico e corposità della lingua. Così Milano rende omaggio alla creatività emiliana, quella della letteratura e del cinema, oggi, nell'ambito della "Milanesiana", con un'intera giornata dedicata all'Emilia e alle sue espressioni più vive, sia letterarie che cinematografiche.
Il programma è fitto, alle 12 Milva legge brani degli autori emiliani più importanti, il pomeriggio prosegue, sempre in Sala Buzzati, dalle 15 alle 19 con una serie di proiezioni da un primissimo Antonioni del 1947 che firma "Gente sul Po", fino ad altri cortometraggi di Elio Petri e di Florestano Vancini, con anche gli "Appunti per un film sull'Emilia Romagna" di Giuseppe Bertolucci, da un'idea di Carlo Lucarelli. La "non-stop" si conclude al Teatro Dal Verme, alle 21 con concerti protagonisti di Samuele Bersani, Marco Alemanno, attore che ha collaborato per anni con Lucio Dalla, anche scrivendo insieme un libro, i Krisma e Milva. Proprio quello della grande cantate è la sorpresa della giornata, perché rappresenta il ritorno, proprio per un omaggio alla sua terra (è nata a Goro) dell'artista che ha affrontato musica popolare e teatro, grandi successi internazionali, che ha collaborato con gli scrittori, cantandone i testi (si ricordino gli ultimi memorabili concerti con Alda Merini).
La cantante aveva annunciato il suo ritiro dalle scene l'anno scorso, ma ora ritorna per la sua Emilia Romagna, a dare voce ai grandi poeti e narratori che non ci sono più, da Attilio Bertolucci a Tonino Guerra fino a Tito Balestra e poi ancora a Cesare Zavattini e al più giovane, scomparso troppo presto, Pier Vittorio Tondelli. Ed era stato proprio Tondelli a spiegarci questa grande curiosità degli artisti emiliani, questo bisogno che è tipico dell'artista emiliano-romagnolo di prendere altre strade, di andare lontano da casa, restando sempre però fedele alle proprie radici, ritrovando nell'amore per la propria terra il viatico della propria vitalità che via via si è arricchita delle cose migliori trovate durante il viaggio. Proprio Tondelli che in un memorabile "racconto sul vino" aveva scritto: «Così ritorno al punto di partenza. Questo viaggio letterario ricco di vissuti, di esperienze, di ricordi, di volti, di amici, finisce, inevitabilmente, là dove è cominciato: in terra d'Emilia. È occorso tempo per capire, dentro di me, che pur essendo figlio di una più vasta cultura occidentale, pur essendo un inguaribile estimatore di musica pop e rock, pur essendo un consumatore di cinema americano e di letteratura della beat generation, sono anche profondamente emiliano.
E, in questo senso, legato alle mie origini in quel modo tutto particolare, generoso forse, esuberante e ansiosamente malinconico che hanno i personaggi della mia terra».
È questo il senso della giornata, dar conto di quanto si possa stare lontani dall'Emilia e dalla Romagna, ma non poter dimenticare di essere nati lì, dove la realtà ha molti piani, come Elisabetta Sgarbi stessa, oltre che direttrice della "Milanesiana", una delle migliori registe di oggi in Italia, ha dimostrato in uno dei suoi film più belli, realizzato con lo scrittore Diego Marani, "Tresigallo. Dove il marmo è zucchero".
E a raccontare la magia di questa terra è Cesare Zavattini, letto da Milva: «Padania vuol dire nientemeno che una grossissima porzione della storia d'Italia…Cara pianura che ha per cuore il fiume dei fiumi mai fermo nella sua corsa verso il mare o per essere più precisi verso l'infinito. Se ne dubitate, fissatene il corso da un punto qualsiasi dalle sue rive e vedrete compiersi il miracolo che state lì immobili non meno dei salici e dei pioppi e intanto liquidamente andate oltre o oltre ancora».
© RIPRODUZIONE RISERVATA