Litigio tra donne in città
"Ecco com'è andata"

L'avvocato di una delle contendenti precisa: "La mia assistita è stata aggredita. Vi racconto come sono andate le cose"

COMO Sul diverbio tra due donne in via Dei Partigiani a Como, terminato con una di loro soccorsa e portata in ospedale dopo un urto con l'auto della rivale, interviene l'avvocato di una delle "contendenti".

Ecco la sua lettera:

Esaminato l'articolo "Lite tra mamme in centro. Trascinata dall'auto della rivale" uscito sulla Provincia del 13 c.m. è mio dovere segnalare imprecisioni ed errori.
Innanzitutto il diverbio è iniziato davanti alla scuola di via Brambilla laddove la mia assistita, in compagnia della di lei madre, ha accompagnato per le 9 i propri figli. Ivi erano appostati il marito della mia assistita e l'amante dello stesso, che madre non è. Questi ultimi hanno curato che le mie assistite uscissero dalla scuola quando ormai erano passate le 10 fino a decidere di inseguirle fino alla macchina di proprietà delle stesse, posteggiata in via dei Partigiani. L'amante del marito, fisicamente più imponente della moglie, si parava più volte davanti a quest'ultima tenendo in mano il cellulare al fine di riprendere le eventuali reazioni alle provocazioni dell'amante. Si ribadisce che quest'ultima non è madre e che quindi non aveva motivazione per farsi trovare davanti all'Istituto scolastico. L'inseguimento continuava sino a che le mie clienti raggiungevano l'auto. Non contenta, l'amante si appostava dapprima dalla parte del trasportato, laddove era appena entrata in auto la nonna materna. Quindi detta amante, girando da dietro alla vettura, raggiungeva la moglie del compagno continuando nella provocazione. La mia assistita metteva in moto l'auto per uscire dal parcheggio e nel momento in cui si spostava l'amante, attraverso il finestrino aperto, allungava le mani verso il volto della mia assistita. L'amante cadeva. In questo trambusto il marito si era già allontanato. Resto in attesa di leggere quanto oggettivamente sopra riportato poiché i fatti da Voi esposti hanno dato all'opinione pubblica una conoscenza distorta - e dannosa nei confronti delle mie assistite - degli accadimenti. Distinti saluti.
Avv. Grazia Scarola

Gentile avvocato, a parte alcuni particolari volutamente omessi per non intingere la penna nel calamaio di una vicenda personale diventata purtroppo pubblica, francamente ci è impossibile individuare nell'articolo quelle gravi e dannose «distorsioni» di cui lei parla. Sul fronte della sua ricostruzione «oggettiva», poi, siamo costretti a farle notare che la richiesta di soccorso è giunta al 118 prima delle 9.40 e dunque è «oggettivamente» impossibile che l'attesa fuori dalla scuola si sia protratta «quando ormai erano passate le 10». Inoltre sulla sua ricostruzione, che ben volentieri pubblichiamo, non è detto che la lettura della controparte possa anche essere differente. Il quotidiano, come consuetudine, si è limitato a esporre i fatti chiarendo - in numerosi passaggi - che la dinamica era da chiarire, così come lo erano eventuali colpe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Documenti allegati
Eco di Bergamo La lite in strada