Denuncia tre guardiacaccia
«Hanno ferito il mio tordo»

Insolito "scontro" tra un cacciatore di Ponna e le guardie venatorie. Al centro del caso due uccelli da richiamo. Ma il tribunale archivia l'indagine.

Al centro della vicenda il tordo bottaccio di Claudio Ceva, cacciatore di Ponna. Per otto anni aveva vissuto, insieme ad altri volatili usati come richiami vivi, aveva vissuto in una gabbia in un capanno in Val d'Intelvi. Il povero tordo assieme ad un altro ma sassello, è finito al centro di un esposto e in un'indagine della Procura.

Ceva ha denunciato tre guardiacaccia per i reati di falso, omissione e abuso d'atti d'ufficio. L'insolita questione ruota tutta attorno all'anello che questo genere di volatili è obbligato a portare. Deve consentire il loro riconoscimento e deve essere inammovibile. Secondo il cacciatore i tre guardiacaccia ferirono il suo tordo sfilandogli l'anello, dopodichè lo liberarono, nonostante la legge prevede un ricovero in osservazione per valutare le reali capacità di riprendere la libertà.

Analogo trattamento fu riservato al sassello, questa volta ferendolo seriamente alla zampa, tanto che, secondo Ceva, dopo pochi giorni l'uccello morì. Ma il giudice ha escluso ogni intento doloso da parte dei guardiacaccia, archiviando l'inchiesta.

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