Eleca, monta la rabbia
"Non ce ne andiamo"

Continua il picchetto all'esterno dell'azienda, dopo l'incotro in Prefettura se ne attende uno in Confindustria

CANTU' - In 40 ai tendoni e una sola voce: "Da qui non ci muoviamo". I lavoratori della Eleca, che aspettano ancora i loro stipendi arretrati, ieri hanno ribadito il loro no alla richiesta del proprietario della azienda di togliere il presidio. La rabbia monta. Tre mesi di stipendio non pagati, liquidità di cassa integrazione bloccata per le nuove norme del governo Monti. Dall'altra, la necessità di trovare sostegno l'un l'altro. Al freddo. Le sdraio da picnic, le panche in legno, il fornellino per un piatto di pasta comunitario. Tutto viene immagazzinato. «C'è il custode di alcune ville - ricorda Riccardo Tarantelli, sposato, tre figli, uno sfratto - che ci lascia il permesso di mettere lì tutto. Sua moglie lavorava all'Eleca. Sa cosa vuol dire la fatica». Su La Provincia del 7 novembre un ampio articolo e le foto del presidio di oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA