Indagine in Canton Ticino
sugli "stipendi da fame"

Gli organismi di vigilanza del Canton Ticino hanno effettuato in questi giorni un controllo sui contratti dei dipendenti del commercio, in maggioranza provenienti dalla Lombardia. In un caso su tre percepiscono un salario al di sotto della soglia di povertà svizzera, ma nettamente superiore a qualsiasi stipendio che potrebbero percepire in Italia.

Un vero e proprio paradosso. Gli organismi di vigilanza del Canton Ticino hanno effettuato in questi giorni un controllo sui contratti dei dipendenti del commercio, in nettissima maggioranza provenienti dalla Lombardia. In un caso su tre, è stato verificato, percepiscono un salario al di sotto della soglia di povertà svizzera, ma nettamente superiore a qualsiasi stipendio che potrebbero percepire in Italia.

Gli "stipendi da fame" delle commesse dei grandi centri commerciali arrivano a 1800 euro netti al mese. I controlli effettuati dalle autorità elvetiche hanno preso inn esame i permessi rilasciati ai frontalieri nel settore del commercio, negli utlimi tre mesi, che sono 415. In 146 casi si è scoperto che ai lavoratori italiani viene corrisposto un salario inferiore ai 3100 franchi (circa 2600 euro) considerati il minimo indispensabile per poter vivere. Detratte le tasse vuol dire che la commessa proveniente da Como o da Varese, mette in tasca tra i 1800 e i 2000 euro al mese.

E qui sta il paradosso. In Italia un apprendista nel commercio percepisce una paga lorda di 1320 euro e per il livello superiore di 1500. Cifre distanti anni luce da quelle considerate in Svizzera insufficienti per poter vivere.

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