«Cantù non è Casal di Principe
Quel blitz è una sonora sconfitta»

Il deputato leghista Nicola Molteni contesta la maxi operazione in centro della notte fra venerdì e sabato. Sul giornale in edicola tutti gli approfondimenti

CANTU' «Questo blitz non è stato un successo per Cantù ma una sonora sconfitta. Cantù non è la patria dei Casalesi».
Non è generoso il deputato leghista Nicola Molteni parlando dell'operazione messa in atto nella notte tra venerdì e sabato in piazza Garibaldi. Quasi 60 uomini impegnati - carabinieri, finanzieri, agenti di polizia locale - e poi quattro cani antidroga. In tutto, 700 persone controllate, 346 persone ispezionate, tutti i locali pubblici del centro visitati. Risultato: 12 contravvenzioni al codice della strada, 17 grammi di hashish rinvenuti per terra, 17 sanzioni amministrative e 5 penali elevate ai locali pubblici.
Il sindaco Claudio Bizzozero aveva parlato con orgoglio di un'operazione «che non ha precedenti nella storia della nostra città ed ha voluto rappresentare un segnale forte e chiaro». Con lui anche l'assessore alla Legalità Paolo Cattaneo.
Molteni, invece, consegna alla Rete un giudizio decisamente meno entusiasta: «Vedere la mia città occupata, non per perseguire i delinquenti ma per controllare dei commercianti, alla stregua di una qualsiasi città mafiosa, non lo accetto. Rispetto il lavoro delle forze dell'ordine, ma il blitz di venerdì sera nel centro di Cantù è apparsa come una eccessiva e spettacolare rappresaglia alla comunità canturina».

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