Conquista il pubblico
"Il vero oro di Dongo"

La presentazione dell'opera sulla biblioteca del convento francescano è stata un successo

DONGO - Tanta gente è accorsa nel convento francescano per toccare con mano "Il vero oro di Dongo".
Il patrimonio librario della biblioteca francescana, di cui si occupa il libro scritto da Maria Erminia Acquistapace, ha un valore inestimabile e risultando finora sconosciuto ai più, sta suscitando curiosità.
L'autrice ha seguito un corso di teologia per impratichirsi di incunaboli, corali, cinquecentine e seicentine e, dopo una lunga ricerca tra gli scaffali, ha coronato l'invito che le aveva rivolto a suo tempo padre Marcellino Ripamonti, grande amante della cultura.
«Ricordo ancora che mi spronò a darmi da fare affinché la biblioteca del convento diventasse patrimonio di tutti e incuriosisse, in particolare, i giovani - ha detto Erminia Acquistapace dinanzi a un nutrito pubblico -. Dopo la sua scomparsa, nel '99, ho sempre avuto nel mirino il progetto, ma solo quando è arrivato in convento padre Illuminato, che ha la stessa verve di padre Marcellino, ho trovato gli stimoli giusti per in iniziare e completare il lavoro».
Un excursus nei secoli, a partire dai primi anni del XVII secolo, quando la popolazione donghese si rese disponibile a finanziare le spese per edificare un convento annesso al santuario della Madonna delle Lacrime da affidare ai frati francescani, che già prestavano assistenza spirituale alle truppe spagnole distaccate al forte di Fuentes; un ricorso dei Cappuccini, di stanza a Domaso e preoccupati per dover dividere la questua, bloccò tuttavia il progetto fino al 1614.
Nel nuovo convento comparvero i primi preziosi manoscritti o ora i volumi hanno superato i 30 mila: l'attuale patrimonio, come riportato ne "Il vero oro di Dongo", comprende anche un fondo formatosi per lo più nel secolo scorso, ma il vero tesoro è ovviamente costituito dal fondo antico.
Provvidenziale si è rivelata la custodia dei frati, che soprattutto nel 1810, durante le campagne napoleoniche, e nel 1866, in occasione delle delicate vicende post-unitarie, evitarono il saccheggio e la dispersione.
Nell'era di internet e dell'informazione digitale, il contenuto della biblioteca francescana conserva intatto tutto il suo valore: «Un antico libro è affascinante al tatto e ha anche un suo odore» - ha sottolineato il chirurgo Giorgio Baratelli, intervenuto alla presentazione a fianco dell'autrice.
Con la pubblicità fatta, tuttavia, occorrerà stare più attenti: «Esiste sempre la scomunica di papa Innocenzo XI, il comasco Benedetto Odescalchi, emanata nel 1682 contro chiunque osasse asportare libri da qui - ha ricordato il bibliotecario incaricato, Alberto Traversi Montani - ma ora occorrerà essere più vigili, anche se è giusto che un simile patrimonio culturale venga conosciuto da tutti».

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