Le munizioni di piombo
senza valide alternative

Cncn (Comitato nazionale caccia e natura), Face (Federazione delle associazioni dei cacciatori europei per la conservazione della natura) Italia ed Assoarmieri (Associazione nazionale di commercianti, intermediari ed appassionati di armi comuni da sparo), aderente a Confcommercio, si sono rivolti alle istituzioni nazionali e regionali in merito al divieto d'impiego di munizioni di piombo per la caccia agli ungulati, invitando ad una più attenta riflessione su un tema che necessita di ulteriori approfondimenti.

In questa stagione venatoria uno dei motivi addotti dai ricorrenti avverso i calendari venatori di molte Regioni italiane riguarda la supposta mancata osservanza di un parere dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), l'organismo che ha assorbito l'Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica), che, tra le altre cose suggerisce l'uso di munizioni prive di piombo nella caccia agli ungulati.

A tale suggerimento non corrisponde alcun divieto normativo specifico, come riconosciuto dall'Ispra stesso. Numerose associazioni animaliste ed anticaccia hanno invece considerato questa indicazione un obbligo cui le Regioni si sarebbero dovute adeguare immediatamente.

Ciò ha provocato una serie di ricorsi con conseguenti pesanti ripercussione sul normale andamento della stagione di caccia e sulla pratica venatoria, costringendo cacciatori ed armieri di quelle regioni le cui amministrazioni hanno frettolosamente modificato in tal senso i propri calendari ad una affannosa quanto inutile ricerca di munizionamento privo di piombo, ancora troppo poco diffuso sul territorio nazionale nonostante gli auspìci cui anche noi ci eravamo uniti in aprile.
                                                                                Giovanni Maccarrone

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