Lipomo, scintille in consiglio
«Così cementificano il paese»

La minoranza non ha condiviso il progetto del piano attuativo di via Grassi che prevede la costruzione di otto villette unifamiliari e un insediamento teorico di 23 nuovi abitanti. Al termine di una lunghissima discussione il piano è stato approvato dalla sola maggioranza

LIPOMO - Non sono mancate, a Lipomo, le scintille tra maggioranza e opposizioni anche nel corso dell'ultimo consiglio comunale.
La minoranza non ha condiviso il progetto del piano attuativo di via Grassi (che prevede la costruzione di otto villette unifamiliari e un insediamento teorico di 23 nuovi abitanti).
Al termine di una lunghissima discussione è stato approvato dalla sola maggioranza, perché Antonino Princiotta e Alessio Cantaluppi, rappresentanti de "Lidea Lipomo Democratica", al momento del voto si sono alzati abbandonando l'aula, invece il gruppo "Progetto-Lega" capeggiato da Giuseppe Novajra ha preferito manifestare la sua contrarietà dai banchi del consiglio non solo dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista economico.
Princiotta ha sostenuto che la maggioranza si sottrae ad ogni confronto su temi e progetti propri della giunta che appaiono palesemente non vantaggiosi per Lipomo, come l'alienazione del terreno comunale edificabile di via Grassi, scambiato con un'area verde soggetta a forti vincoli paesaggistici, ambientali ed igienico sanitari. Si consuma altro suolo in un paese in cui la cementificazione interessa più del 65% del territorio. Si dà avvio alla costruzione di nuove case in un paese con una elevata capacità abitativa, con due cantieri edili bloccati ed una popolazione che in 20 anni è cresciuta soltanto di 14 unità. «L'incremento della capacità abitativa di Lipomo, è una operazione che risulta economicamente svantaggiosa per la comunità - ha sostenuto il capogruppo de "Lidea Lipomo Democratica" - in quanto inflaziona il mercato immobiliare ed abbatte il valore commerciale delle abitazioni esistenti; acuisce i problemi cronici della viabilità, della carenza di infrastrutture e di strutture pubbliche; fa aumentare la spesa corrente, in particolare quella del settore sociale»

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