Trasferte vietate
Cantù si ribella

Indignazione per la decisione dell'osservatorio nazionale di proibire ai tifosi anche la partita di Venezia. Sul giornale in edicola domenica la reazione degli Eagles e dei parlamentari

CANTU' Quando venerdì tirava aria, sono arrivate le parolacce nei bar. A epurarle, si va dal «è una vergogna», pronunciata all'aperitivo del mezzogiorno da Big Vito, uno degli Eagles sempre presenti; al «bisogna fare qualcosa, è uno scandalo», non più trattenibile a fine serata da Chicco Tagliabue, tra i fondatori del gruppo organizzato biancoblù.

Ma all'idea di negare la quarta trasferta ai supporter della Pallacanestro Cantù non sono contrari soltanto i tifosi. Ieri ha preso posizione anche la società. «La mancanza dei propri tifosi al seguito è ragione di danno sportivo, nuoce all'autenticità dell'evento stesso e annulla il meritato supporto alla squadra da parte dei suoi appassionati sostenitori».

Caserta, Montegranaro, Milano. La prossima potrebbe essere Venezia. «La Pallacanestro Cantù - prosegue il comunicato della società - apprende con estremo stupore e rammarico la decisione dell'osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive di individuare la partita di domenica prossima tra Umana Reyer Venezia e chebolletta Cantù come gara connotata da profili di alto rischio per ragioni di ordine pubblico. Non ravvedendo i motivi di alto rischio, dal momento che entrambe le tifoserie hanno sempre avuto comportamenti appropriati nel corso dei precedenti incontri disputati tra le due squadre, la Pallacanestro Cantù segnala che, nel caso di divieto di vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Como per il match tra Umana e chebolletta, scatterebbe per la quarta trasferta consecutiva il divieto per i sostenitori di seguire la propria squadra. Un caso unico nella storia della pallacanestro italiana».

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