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Martedì 15 Gennaio 2013
Furti, ladri anche dalle suore
Sparisce la cassa del monastero
Il colpo l'altra sera al convento di clausura di Grandate. La stima di suor Gabriella, l'economo del monastero, è approssimativa: «Mah, non lo so ancora... Ci avranno portato via 1500 euro, più o meno»
Ma in cima ai suoi pensieri non ci sono certo i soldi svaniti nel nulla, per quanto importanti fossero nel loro piccolo budget mensile. Ad amareggiarla, insieme alle altre ventotto consorelle, è la consapevolezza che un luogo sacro è stato violato; che qualcuno non ha avuto remore di entrare in un convento e di derubare delle monache di clausura, dedite all'adorazione perpetua dell'Eucaristia.
Il furto è stato messo a segno domenica sera, all'ora di cena. Probabilmente erano da poco passate le 19 quando qualcuno ha scavalcato le mura del monastero del Santissimo Salvatore, in via Stazione 1. È atterrato in giardino e si è diretto verso una finestra. L'ha scardinata ed è entrato nei corridoi. Prima ha frugato in un paio di stanze. Si è introdotto nell'ufficietto dove le benedettine tengono il computer: ha aperto l'armadio della cancelleria, ma non ha toccato niente. E ha visitato anche la camera dove dorme una delle consorelle, ma lì gli è bastato un attimo per rendersi conto che lì non c'era nulla di valore. Quindi si è diretto nell'economato, e lì ha capito di aver fatto tombola. Dentro un cassetto della scrivania c'erano i soldi: quelli che ieri suor Gabriella avrebbe dovuto usare per pagare le spese del monastero. Scassinare la fragile serratura dev'essere stato un gioco da ragazzi. Presi i quattrini, l'ignoto manolesta se ne è andato rapido e silenzioso come era arrivato.
Chi ha depredato il monastero sapeva il fatto suo. «Probabilmente ci ha tenuto d'occhio - ipotizza suor Gabriella - è entrato proprio in quei pochi minuti in cui noi eravamo in refettorio. Altrimenti lo avremmo sentito. Noi siamo sempre in giro, anche di notte, per l'adorazione perpetua».
Le benedettine, non lo nascondono, sono sotto choc. E tante hanno passato le ore fra domenica e lunedì senza chiudere occhio. Ma per la tensione, stavolta, non per la preghiera. Mai avrebbero pensato di poter diventare bersaglio dei balordi. «Noi non possediamo niente - spiega l'economa - nè catenine, nè telefonini. E non penso siano quei dieci euro che abbiamo in tasca per le piccole cose a poter interessare un ladro».
Difatti non sono state prese di mira tanto le monache, quanto il monastero. Ma, giurano le consorelle, sarà l'ultima volta. «Prenderemo le nostre precauzioni - assicura suor Gabriella - se anche dovessero entrare di nuovo, non ci sarà più niente da rubare. Basta contanti, utilizzeremo altri sistemi di pagamento».
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