Equitalia, la crisi e le banche
«La mia ditta uccisa dal Fisco»
La storia delle officine Mazza di Valbrona. A fine anno i titolari sono stati costretti a gettare la spugna: «Abbiamo pagato tutti i fornitori, ma lo Stato vuole ancora mezzo milione»
VALBRONA - Chiudere un'azienda e dover versare oltre 300mila euro all'erario, con un mutuo sulle spalle di altri 200mila euro dopo aver sistemato le posizioni dei dipendenti ed essere rientrati dei fidi con le banche. Storie ordinarie di un'Italia che non crede più a realtà produttive che hanno oltre cent'anni, come la Costruzioni meccaniche Mazza di Valbrona.
«Da un giorno all'altro le banche ci hanno chiesto di rientrare con i fidi, questo all'acuirsi della crisi economica, senza motivi particolari, per di più quando parte un istituto di credito gli altri lo seguono, e ci siamo trovati a non avere la liquidità per andare avanti. Il lavoro poi era nettamente diminuito - spiega Antonella Mazza titolare della Mazza srl, ormai chiusa -. Abbiamo tentato in tutti i modi di proseguire, per la nostra storia, per i dipendenti; da settembre 2010 l'attività era praticamente ferma, ma abbiamo chiuso a fine 2011. Volevamo capire se ripartiva il mercato. Ma non c'è stato nulla da fare».
Il servizio su La Provincia in edicola venerdì 18 gennaio
© RIPRODUZIONE RISERVATA