Soltanto controlli e tasse
Artigiani contro redditometro

All'incontro organizzato da Cna a Cantù voci preoccupate sul nuovo strumento

CANTÙ Il redditometro, che ulteriore dramma. Parola di artigiani a Cantù.  All'incontro organizzato da Cna mercoledì sera, nella sede di Cantù le voci perplessi si sono intrecciate.

«Il momento non è facile, e tra tutte le idee che si dovrebbero mettere in campo per aiutare le imprese, eccone un'altra che ha che fare con il nostro privato - afferma Raffaella Velni, settore meccanico - resto dell'idea che vogliano sapere troppo delle nostre cose. Mi sembra che i problemi siano altri. Tutti sentono la crisi. Noi continuiamo a lavorare. Ma la differenza con gli anni passati si vede eccome».

«No davvero, il redditometro è qualcosa di penoso - l'opinione di Samantha Vannoni, carrozzerie auto - ma quali iniziative ha preso il Governo per le nostre imprese? Ci hanno ridotto male. Troppe tasse. Troppa pressione fiscale: ormai siamo oltre il 70%. Di questi tempi, chi ha bisogno di un artigiano, se può, evita. Vi ricorre soltanto se è strettamente indispensabile, e per il minimo». Qualcuno, come Walter Costacurta, impegnato in pubblicità, grafica e comunicazione, arriva con qualche idea chiara. «Voglio capire esattamente come funziona il redditometro - dice - di primo acchito, la sola parola non mi entusiasma. Non vanno bene alcuni aspetti come l'inversione dell'onere della prova»

TUTTE LE POSIZIONI

© RIPRODUZIONE RISERVATA