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Martedì 29 Gennaio 2013
Elio & le Storie tese
in aprile al Sociale
Un concerto "straordinario" in tutti i sensi il 21 aprile: aperta la prevendita dei biglietti
I biglietti, in vendita da oggi al botteghino di piazza Verdi e sul sito Internet, costano 40 euro per la platea e i palchi e 30 euro per le gallerie (più i diritti di prevendita in entrambi i casi).
Doppiamente straordinario, perché si tratta di un evento non annunciato. E poi è straordinaria la caratura della band milanese che sul palco dell'Ariston presenterà due brani annunciati, da chi li ha già ascoltati, come strepitosi: "Dannati forever" e "La canzone mononota".
Nel frattempo hanno pubblicato un singolo che ironizza, come è nello stile del gruppo, con la temuta "profezia dei Maya". Come hanno dichiarato in sede di presentazione: «Volevamo salutare la fine del mondo con un brano che non sarà la fine del mondo, ma che dice alla fine del mondo che è la fine del mondo. D'altra parte, se si dice pane al pane e vino al vino, perché non si dovrebbe dire fine del mondo alla fine del mondo?».
E, alla fine, anche Elio e le Storie Tese calcheranno il palco comasco che, in 200 anni, non aveva mai avuto modo di ospitarli anche se il loro avvicinamento è stato graduale. L'ultima incursione della band al completo in zona risale a diversi anni fa, a Villa Erba, dove il solo Elio è tornato l'anno scorso, nell'ambito del "Festival città di Cernobbio", ma come esecutore d'arie di celebri opere. Al Sociale aveva interpretato una versione del "Gian Burrasca musicato" da Nino Rota per l'indimenticabile sceneggiato televisivo di Lina Wertmüller.
Era stato anche a Chiasso per proporre un'altra opera, l'ostico "Frankenstein" del compositore Heinz Carl Gruber (suscitando un'ovazione finale che aveva laconicamente commentato: «La musica contemporanea è sofferenza e solitudine, il vostro applauso è la mia sconfitta»).
In tempi ancora più recenti ha sbancato l'audience assieme al resto del cast di "X Factor" e se si sommano a queste sue incursioni solistiche le frequenti apparizioni di Rocco Tanica come icastico opinionista, e di Faso e Cesareo assieme ad altre formazioni, qualcuno temeva che stesse per essere scritta la parola fine al gruppo che, invece, riparte proprio dalla "Fine del mondo".
Resta solo da constatare se a Sanremo ripeteranno l'exploit del 1996 con "La terra dei cachi": «Dovrebbe essere la nostra canzone più popolare - hanno commentato a più riprese - purtroppo tutti pensano che si chiami "Italia sì, Italia no" e così sbagliano a segnarla e la Siae non ci paga». Incorreggibili. Infoline: 031-27.01.70 e www.teatrosocialecomo.it.
Alessio Brunialti
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