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Domenica 10 Febbraio 2013
Record di frane nel Comasco
«Abbiamo costruito troppo»
In sei anni, secondo una ricerca di Coldiretti, i cedimenti sono aumentati del 28%. Cosenza: «Nessuna sorpresa, da noi investimenti insufficienti per il territorio». Il meteorologo di Campo dei Fiori: «Sui monti piogge molto intense, i versanti ripidi fanno il resto»
Si traccia un quadro delle frane, che in Lombardia negli ultimi sei anni sono aumentate in media del 13%, nel territorio pavese del 37% ed in quello comasco del 28%, in una ricerca presentata dal presidente regionale della Coldiretti, Ettore Prandini, il quale attribuisce la causa principale alla spropositata avanzata del cemento, con eccessivo consumo del suolo ed abbandono delle aree montane, ed alla sottrazione dei territori all'agricoltura senza che il processo sia stato accompagnato da un adeguamento della rete delle acque.
La statistica mette in evidenza un dato che induce alla riflessione. Perché la percentuale per Como e Pavia è a due cifre mentre in due province confinanti, Varese e Lecco, siamo di fonte a valori ben più bassi, rispettivamente l'8 e il 9%?
«Non sono sorpreso, in quanto sussiste una concomitanza di cause, alcune riscontrabili anche in altre province, quali l'abbandono della montagna e la carente regimentazione dei corsi d'acqua, mentre altre situazioni negative caratterizzano maggiormente il territorio lariano» - risponde un esperto di pianificazione territoriale, l'architetto Giuseppe Cosenza, già coordinatore del Piano territoriale provinciale, attualmente direttore dell'area territorio del Comune di Como - «Mi riferisco all'eccessiva cementificazione in aree sensibili, che ha modificato il regime delle acque, ma anche alla carenza d'investimenti pubblici, che altrove ci sono stati, per la messa in sicurezza dei versanti. In altre province, come quella di Sondrio, sono state eseguite ragguardevoli opere, mentre il nostro territorio è stato abbandonato al suo destino».
Secondo il meteorologo Paolo Valisa, del Centro geofisico prealpino di Campo dei Fiori, gli eventi che caratterizzano la parte collinare e montana del territorio comasco, oltre che alle condizioni idrogeologiche, sarebbero ascrivibili alle piogge, talvolta intense, di tipo alluvionale, causate dalla posizione a ridosso dell'arco alpino, con creazione di una sorta di sbarramento per le perturbazioni che con sempre maggiore frequenza provengono da sud e colpiscono versanti per loro natura ripidissimi.
Morale: la provincia di Como è fragile e vulnerabile. Occorre fare qualcosa oggi, per non dover piangere domani.
Leggi i particolari nell'edizione de La Provincia in edicola domenica 10 febbraio
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