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Domenica 24 Febbraio 2013
Il sindaco e la frase del duce
I colleghi lo assolvono
Un "peccato veniale", secondo diversi sindaci, la citazione di Mussolini riportata dal primo cittadino di Albiolo, Mario Bernasconi, sulla sua bacheca di Facebook. Ma Rita Livio non è d'accordo
«Non ritengo ci sia nulla di male a riportare una frase che ha una sua logica e fondatezza - commenta il sindaco di Appiano, Carlo Pagani - Il senso è condivisibile al di là dell'autore, Mussolini o Lenin sia. Mi pare una polemica meschina».
Anche il sindaco di Lurate Caccivio, Rocco Palamara, spalleggia il collega di Albiolo. Nel caso specifico condivido il senso della frase, indipendentemente dall'autore. Se fosse stata una citazione che istigasse alla violenza o a un reato, sarei il primo a disapprovarla, ma in questo caso non vedo nulla di male.
Non è altrettanto accondiscendente il sindaco di Olgiate Comasco.
«Ha il diritto di pensarla come crede, ma personalmente non concordo assolutamente - sostiene Maria Rita Livio - Chi ritiene che Mussolini abbia fatto anche cose buone si dimentica che normalmente un qualsiasi governo, anche il più scalcinato, dovrebbe riuscire a fare qualcosa di positivo, non fosse altro che per il consenso. Per me, il periodo mussoliniano resta il più doloroso e disonorevole nella storia dello Stato italiano. E chi ricopre un ruolo pubblico debba misurare le parole».
Il sindaco di Binago, Bianca Maria Pagani, si dichiara certo che «l'intento di Bernasconi, ne ho avuto conferma anche parlando con lui, non era fare un elogio a Mussolini. Il senso di quella frase è condivisibile in sé, direi lapalissiano che l'esempio debba arrivare dall'alto. Poi ognuno è libero di pensarla come meglio crede su Mussolini. Ricoprendo un ruolo istituzionale, sarebbe però il caso di stare un po' più attenti, soprattutto in momenti di campagna elettorale, poiché simili citazioni si prestano a essere strumentalizzate».
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