
Un primato ribadito, martedì sera (26 marzo) alle 21, da "Musicomedians. Avventura e atmosfere del cabaret" sul palco del teatro Nazionale in piazza Piemonte (biglietti da 39 a 27,50 euro). Il cast è di primissima grandezza, a cominciare da Roberto Vecchioni, ma per chi ricorda l'irripetibile stagione de I Gufi ecco riuniti anche Nanni Svampa e Roberto Brivio, poi Carlo Pastori, Flavio Pirini, Walter Leonardi, Germano Lanzoni e Rafael Didoni oltre a Folco Orselli e a Vincenzo Costantino "Cinaski", sparring partner di Capossela in tanti incontri tra narrazione e canzone.
Ma i due punti di riferimento sono Giangilberto Monti e Flavio Oreglio: sono loro gli autori de "La vera storia del cabaret". Non sono poche le iniziative che si sono susseguite negli ultimi trent'anni per tentare di riallacciare le fila di un genere di spettacolo che ha riempito le notti della Milano dal Dopoguerra alla fine degli anni Sessanta. Dai primi esperimenti del Teatro dei Gobbi di Franca Valeri, Vittorio Caprioli e Luciano Salce fino a "Zelig" passano quasi settant'anni in cui il connubio tra sketch, canzoni, parodie, pantomima e tutto quanto poteva strappare una risata al pubblico ha conosciuto la ribalta dei principali teatri solo dopo tanti anni trascorsi nelle piccole sale di meno pretese, quando non nei locali che hanno fatto la storia, come il Santa Tecla e il Derby.
Se la ribalta televisiva era una sorta di "promozione" per il cabarettista da palcoscenico, con il moltiplicarsi dei canali televisivi questa figura artistica si è via via banalizzata, diventando onnipresente nei palinsesti fino all'attuale moltiplicazione di trasmissioni quasi indistinguibili con talenti tutti da discutere che sembrano sfornati in serie, attenti, più che altro, ad azzeccare un "tormentone" che li faccia ricordare. Ma è stata un'arte nata povera e diventata nobile, che ha fatto conoscere nomi che sono andati lontano (uno per tutti il Premio Nobel Dario Fo). Quasi commovente, quindi, la presenza di Brivio e Svampa che della stagione più fertile, quella degli anni Sessanta in cui il cabaret iniziò a ritagliarsi uno spazio più rispettabile.
Vecchioni, l'unico di cui si può dire "autore per l'Enciclopedia Treccani e vincitore di un Festival di Sanremo" potrà offrire più di uno spunto storico accendendo, ancora una volta, le "Luci a San Siro".
Alessio Brunialti
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