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Sabato 30 Marzo 2013
Enzo Jannacci medico
I ricordi da Cantù
Il cantautore scomparso venerdì a 77 anni negli anni '60 aveva lavorato da medico al Pronto soccorso dell'ospedale e ancora se lo ricordano. a Cantù è rimasta anche la sua auto di allora
venivo sempre chiamato dal Pronto Soccorso per le emergenze, ero molto
considerato. C'era un infermiere veramente bravo, sapeva tutto. Gli dicevo:
iscriviti a medicina. L'ho incontrato due anni fa e mi ha detto: Enzo,
faccio il chirurgo».
A qualcuno fra i colleghi dell'epoca non andava a genio, quell'artista con la laurea in tasca. Ma tutti concordano su una cosa: come medico ha sempre saputo il fatto suo. «Era un discolo - aveva raccontato un'ex infermiera al nostro giornale - ma quando è arrivato a Cantù, ha dato una scossa a tutti. Era molto attento in tutto ciò che faceva. E sapeva farsi voler bene, soprattutto dai pazienti: quando passava per i corridoi, aveva una parola per tutti».
Tra i degenti di allora, c'è chi lo rammenta entrare come un tornado nei reparti e gridare, rivolto ai malati: «Cià, che fèmm una cantàda», più o meno «Su che cantiamo insieme». Era il suo modo per tenere alto il morale degli infermi: e se per questo doveva usare un po' della sua popolarità, era ben felice di farlo.
Eppure una traccia concreta del passaggio di Enzo Jannacci a Cantù è rimasta. E' una splendida Daimler Sp 250 Dart del 1962: un gioiello azzurro carta da zucchero, un bolide fiammante da 2500 cc. Era l'auto che Jannacci usava per venire a lavorare al pronto soccorso dalla sua Milano. L'ha guidata per diciassette anni, poi l'ha venduta a un altro medico dell'ospedale di Cantù: lo psichiatra Michele Ramella.
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