Sigarette elettroniche
I dubbi dello pneumologo

Antonio Paddeu, responsabile di riabilitazione cardiorespiratorio dell'ospedale di Mariano, approva la decisione del Comune di Cantù di vietarne l'uso nei luoghi pubblici. Alcuni pazienti hanno lamentato problemi.

Cantù  «Fa benissimo, il Comune di Cantù a vietare le sigarette elettroniche nei luoghi pubblici: ad oggi non ci sono elementi per poter dire che non siano nocive ai fumatori e a chi sta loro intorno».
La valutazione, espressa dal dottor Antonio Paddeu, direttore dell'unità operativa di riabilitazione cardiorespiratoria "Paola Giancola" dell'ospedale di Mariano, si fonda su basi prudenti ma ufficiali.

«Abbiamo anche noi pazienti passati alle sigarette elettroniche - dice Paddeu - quel tipo di inalazione presenta tra gli effetti infiammazione, chiusura delle vie aeree, tosse, irritazione alla bocca». Inoltre, Paddeu non è d'accordo sul messaggio sociale improntato al positivo da parte di chi le vende. 

«Il confronto con le sigarette è pericoloso soprattutto per gli adolescenti, che possono comprare su Internet o chiedere a un amico maggiorenne di andare in negozio - sottolinea il dottore - solo il semplice gesto potrebbe essere un'ossessione compulsiva, e non è escluso che salvino dalla dipendenza di nicotina, anzi».

Per Paddeu «le sigarette elettroniche non possono essere assimilate in nessun modo ai cerotti per smettere di fumare e ad oggi non hanno la patente ufficiale di essere uno strumento utile di contrasto al fumo. Per l'Istituto Superiore di Sanità non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi, il Ministero della Salute ha imposto il divieto di vendita ai minori, l'Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che non vi siano evidenze scientifiche per stabilire la loro efficacia».

Intanto, a Cantù, niente sigarette elettroniche in tutti i luoghi pubblici: si rischia una multa tra 25 e i 500 euro.

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