Rivarossi, dopo la mostra
un museo stabile a Como

Dopo le diecimila presenze al Broletto si cerca la sede per un'esposizione permanente

COMO Tempo di consuntivi e di nuovi obiettivi per il comitato intitolato al fondatore della Rivarossi Alessandro Rossi, presieduto da Vittorio Mottola. È di 10.510 presenze il bilancio delle presenze al Broletto, a quasi una settimana dalla conclusione, per la piccola grande mostra di modellismo ferroviario. Piccola per le prospettive, grande perché in pochi giorni ha superato la grande mostra di Villa Olmo per visitatori anche se, specifica Mottola, «non vogliamo alimentare né polemiche né confronti, sono due cose diverse». Però ora si pensa a un museo stabile dedicato alla gloriosa azienda comasca. «È arrivato il benestare della Hornby, l'azienda inglese che dal 2004 porta avanti l'eredità della Rivarossi: possiamo fare il museo a Como».
Non è, infatti, l'unica possibilità: c'è Sagnino, dove sorgeva la fabbrica e dove è stato collocato il monumento disegnato da Paolo Albano («Il quartiere è sorto attorno alla fabbrica, prima era una cattedrale nel deserto», ha ricordato Michele Molteni, braccio destro di Rossi).
C'è Albese con Cassano, ove sorgeva il primissimo stabilimento, e dove verrà apposta una targa, così come a Schio, città natale dell'ingegnere, e a Cortina d'Ampezzo, ove riposa. «Il museo deve essere a Como - ha precisato Mottola, che ha incassato l'interessamento dell'amministrazione, ma anche un rifiuto a collocare stabilmente i modellini all'interno del Broletto. Dove la mostra «è stata visitata da grandi e piccini, con tante signore per sfatare il mito che i trenini piacciano solo agli uomini», ha commentato Giovanni Conti che ha guidato i visitatori.

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